Mestiere Fortunato


Il re guardando meglio, notò pure qua e là, soprattutto nelle mansarde, vari uomini che stavano giocando. Chi giocava coi pennelli e coi colori, chi giocava con la creta, chi giocava con gli affilati bulini. Meravigliato, chiamò il sovrintendenti e gli chiese. “Come mai, oggi che è un giorno di lavoro, vedo giovanotti e uomini nel pieno delle forze che al contrario stanno giocando?”“ Si tratta degli artisti maestà – rispose quello- ma anch’essi non giocano, lavorano” . “Se mi dicevi ieri che per gli artisti l’arte è il più piacevole gioco!” “è vero- spiegò il sovrintendente ai reali palazzi- l’arte per gli artisti è il più delizioso dei giochi. Nello stesso tempo l’arte, per gli artisti è il più impegnativo ed arduo lavoro.” “Dimodochè, quando giocano lavorano? E quando lavorano giocano?” “Per l’appunto maestà.” Al che il re esclamò “Che gente fortunata!” Ed era vero.

Dino Buzzati, Mestiere fortunato, in L’Arte del gioco, Studio Sotis, Roma 1988


Se non diventerete come bambini...

"Tutti i grandi sono stati bambini una volta ma pochi se ne ricordano" 
(Antoine de Saint-Exupéry)

Il poeta Pascoli dice che esiste dentro di noi un fanciullino che nell'infanzia si confonde con noi, ma, anche con il sopraggiungere della maturità, non cresce e continua a far sentire la sua voce ingenua e primigenia, suggerendoci quelle emozioni e sensazioni che solo un fanciullo può avere.

Spesso, però, questa parte che non è cresciuta non viene più ascoltata dall'adulto.

Il poeta invece è colui che è capace di ascoltare e dare voce al fanciullino che è in lui e di provare di fronte alla natura le stesse sensazioni di stupore e di meraviglia proprie del bambino o dello stato primigenio dell'umanità.

Il fanciullino prova sensazioni che sfuggono alla ragione, ci spinge alle lacrime o al riso in momenti tragici o felici, ci salva con la sua ingenuità, è sogno, visione, astrazione. 
È come Adamo che dà per la prima volta il nome alle cose e scopre tra esse relazioni e somiglianze ingegnose, che nulla hanno a che vedere con la logica della razionalità. 
Il nuovo si scopre, non si inventa, la poesia è nelle cose, anche nelle più piccole.

Quando smettiamo di ascoltare il rumore del mare dentro alla conchiglia, qualcosa comincia a cambiare!

“Così sperimenta il mondo il bambino, per il quale ogni oggetto è nuovo.
Vede la luce, ne è attratto, vuole afferrarla, si scotta le dita ed inizia ad avere paura e rispetto per la fiamma. Poi impara che la luce ha anche effetti positivi: dissipa il buio, allunga il giorno, può scaldare, cuocere, essere uno spettacolo piacevole da vedere.
Sommate queste esperienze, la conoscenza della luce è compiuta, e le nozioni relative vengono immagazzinate nel cervello.
L’interesse forte ed intenso sparisce e la spettacolarità della fiamma lotta contro l’assoluta indifferenza. Così, a poco a poco, il mondo perde il suo incanto.
Si sa che gli alberi danno ombra, che i cavalli corrono veloci e le automobili velocissime, che i cani mordono, che la luna è lontana, che la figura nello specchio non è vera”.

Lo spirituale nell’arte (Wassily Kandinsky)

MIA NIPOTE GIULIA

MIO FRATELLO LELE

Ipocrisia dell'Arte o Arte dell'Ipocrisia?


DISEGNO A PASTELLO DI UN BAMBINO DI 7 ANNI



Nel 2007 il famoso violinista Joshua Bell a Washington vestito da barbone suonò all’interno della metropolitana. Dato che nessuno era in grado di riconoscerlo, fu quasi totalmente ignorato e solo qualche passante si fermò ad ascoltarlo frettolosamente. Durante quella giornata Bell racimolò giusto qualche dollaro.
Per ascoltare mezz'ora di concerto dello stesso violinista al Lincoln Center di New York, le stesse persone che lo hanno ignorato, sarebbero disposte a pagare 200 dollari e a fare più di un'ora di fila.

Il mese scorso Banksy, Il famoso street artist inglese dall'identità segreta, durante la sua residenza newyorkese ha allestito un banchetto a Central Park con opere originali, in vendita per 60 $ l'una.
Solo dopo varie ore, una signora ha acquistato due piccole tele per i suoi bambini dopo aver contrattato uno sconto del 50%. 
Pochi giorni dopo l'artista ha rivelato la notizia della vendita sul suo sito confermando l'autenticità delle opere e avvertendo che il banchetto non sarà presente oggi. All'asta le opere di Banksy arrivano a valori a sei cifre. Il top price è 1.870.000 $ per "Keep it spotless" (2007), vernice spray su tela, cm 214 x 305, aggiudicata da Sotheby's New York, il 14 febbraio 2008, a sette volte la stima.

Entrambi gli artisti si sono presi gioco del mercato dell’ arte, dimostrando con le loro performances, che l’ intero sistema economico si basa sullo Status che rappresenta una firma più che sul valore manifesto dell’ opera.

Questo, Salvador Dalì, lo aveva capito bene,  è noto infatti che il maestro indiscusso del surrealismo avesse l'abitudine di apporre la sua firma su tele bianche e su pezzi di carta per rimpinguare le sue finanze.

Picasso guardando un disegno di un bambino disse: “E’ bellissimo, se lo avessi disegnato io varrebbe milioni!

Andy Warhol commentò riguardo al mercato dell'arte: "Oggi non è tanto la qualità della carne a fare la differenza quanto il rumore della bistecca nella brace".

Indossare pantaloni firmati Armani, appendere nel proprio salone un Dalì e bere chardonnay per molti è più importante di vestire bene, arredare la casa con gusto ed apprezzare un buon vino. La necessità di apparire non è una prerogativa dei giorni nostri, Blaise Pascal scriveva nel diciassettesimo secolo: “Diventeremmo di buon grado vigliacchi pur di acquistare così la reputazione di essere coraggiosi”.

"La nostra società consumistica sottovaluta, svilisce, distorce il significato della bellezza, degradando ogni cosa a valore di scambio o di conquista, a strumento per produrre inganno, adulazione, dominio".

Mi hanno colpito molto le parole del professore di psicologia Paul Bloom a proposito della contraffazione delle opere d'arte:
"Si potrebbe credere che il piacere che traiamo da un dipinto derivi dal colore, dalle forme e dal disegno...se le cose stessero così non dovrebbe importare che si tratti di un originale o di un falso... ma il nostro cervello non funziona così. Quando ci viene mostrato un oggetto o offerto del cibo o mostrato un volto, il giudizio che ne diamo è profondamente condizionato dalle informazioni che l'accompagnano".

Le storie che raccontiamo hanno un effetto enorme su come un'opera viene percepita e compresa e ciò influenzerà il valore che le sarà attribuito. Immaginate di invitare nel vostro atelier di pittura un amico per mostrargli un quadro specificando che lo ha dipinto un vostro allievo mezzo pazzo, quale considerazione potrà avere l'opera ai suoi occhi? Provate a mostrargli lo stesso dipinto raccontando che si tratta di un'opera originale di Picasso ritrovata in una soffitta a Barcellona, pensate forse che il suo giudizio rimarrebbe immutato?

Che ne dite c'è molta ipocrisia nel mondo contemporaneo dell'arte? 
Sarei curioso di sapere cosa ne pensate!





Il Segreto per essere un' Artista


La soglia dell' immaginazione


I buoni maestri d’arte non sono mai troppo categorici,
anzi generalmente sono quelli che invitano a diffidare di ogni ricetta preconfezionata e di ogni formula “corretta”.

Le proporzioni più esatte, i pesi e gli equilibri più delicati non derivano da calcoli cerebrali o da deduzioni calibrate, ci sono proporzioni che non si possono calcolare, calibrature che non si trovano già pronte.

Un’artista dipende dall’ispirazione, non può razionalizzare tutto.
Una coscienza eccessiva, una iper riflessione quando è innecessaria non può che pregiudicare l’opera, lo stesso accade con lo spettatore, per ricevere l’opera non deve essere troppo analitico.

“Leonardo da Vinci, grande e poliedrico maestro, inventò un sistema, o meglio una scala di cucchiaini per dosare i vari colori, si doveva realizzare così un’ armonia meccanica. Un suo allievo si torturò inutilmente per usare questo sistema e, disperato per gli insuccessi, chiese ad un collega come facesse il maestro. <<il maestro non lo usa mai>> fu la risposta”.
(Tratto da « Il cavaliere azzurro » di Vasilij Kandinskij, Franz Marc)

La sensibilità innata d’arte è appunto il talento evangelico, che non deve essere sotterrato, l’artista che non sfrutta le sue doti è un servo inutile.

Una chiesa gotica nel mio salotto


Una mattina a Parigi, dopo aver fatto colazione decisi di dedicarmi alle pulizie primaverili rinunciando per qualche ora al richiamo della pittura.
Nonostante lo sforzo non riuscivo ad eliminare dal parquet davanti alla finestra alcune macchie di colore ad olio accidentalmente cadute nei giorni precedenti.
Ostinato nel mio intento, pensai di provare con l' acqua calda.
Presi allora una bacinella e una volta riempita con sapone ed acqua bollente versai il tutto nel parquet.
Passando lo straccio, vidi riflessa nell' acqua la Chiesa Gotica difronte casa mia.
Vi lascio immaginare la sorpresa e la meraviglia!
Era letteralmente entrata in casa e a me pareva di dipingere con lo straccio  un grande acquarello nel pavimento.
Sorrisi e pensai che non occorrono necessariamente tela e tavolozza per fare arte perchè tutto possiede una potenza rivelatrice!


La Casa con le Ali

Nella mia vita ne ho viste di case pittoresche ed originali, case di lamiera, case di fango, case di cartone o spazzatura, case sugli alberi; L'importante, in situazioni di necessità è assicurarsi un "tetto" sopra la testa.

Nel Salar de Uyuni, il deserto di sale più grande al mondo che si trova tra Cile e Bolivia, ho dormito in una casa bianca tutta luccicante, completamente fatta di sale.


Un giorno passeggiando nei pressi di Goma in Congo mi sono imbattuto nel relitto di un aereo precipitato chissà da quanto tempo; mentre realizzavo la sorpresa di trovare un aereo così sperduto tra la natura incontaminata africana, rimasi esterrefatto vedendo diverse persone del posto entrare e uscire dal relitto.
Non riuscivo a credere ai miei occhi, intere famiglie vivevano in quell'aereoplano, vecchi , bambini, uomini e donne avevano trovato dimora dentro quello che rimaneva del velivolo!

Tra tutte le "case" più o meno improbabili, quella casa con le ali non posso scordarla. Poi sono tornato in Italia dove non si parlava d' altro che della crisi e dell'Imu sulla prima, la seconda e la terza casa.

Queste sono alcune delle case che ho fotografato nei miei viaggi:


Casa di nome e di fatto


La casa con le ali



Una Barca capovolta ad uso abitazione in Thailandia



Era una casa tanto carina senza soffitto e senza cucina (Cile)


Era una casa tanto carina senza soffitto e senza cucina (Cile)



La casa di sale (Bolivia)




Il Condominio - Abitazioni nella roccia (Cappadocia)


Case di fango e paglia (Rajasthan)


Villaggio di Bambù (India)


La porta azzurra  (Bolivia)


RESTATE A CASA


DUC IN ALTUM


"Siate quello che dovete essere e metterete fuoco nel mondo"
Queste parole di Giovanni Paolo II sono un vero è proprio inno alla vita.
Proprio come la vocazione, l'arte è un cammino che non si sceglie, si scopre.

I quadri di un' artista sono un pò come i suoi diari, nei diari scriviamo la nostra vita, i nostri pensieri.
Vivere è percorrere il proprio cammino scoprendone poco a poco l'unicità.

Non è tanto importante allora imitare il tratto di Rembrandt, la pennellata di Van Gogh o la maniera di Caravaggio, l'essenziale  è trovare il nostro tratto, la nostra pennellata, la nostra maniera.

Certamente il cammino è impegnativo, richiede dedizione, perseveranza e sacrificio.
Prendiamoci la responsabilità d'intraprendere il viaggio, alziamo le vele e lasciamo che il vento conduca la nave!

Scrive Edgar Leemaster:
"Cercare un significato alla propria vita può condurre alla follia,
ma la vita senza significato è la tortura, è un vascello che anela al mare e ne ha paura".
Se dalla spiaggia guardiamo l'orizzonte non basta mettersi in punta di piedi per vedere cosa ci sia oltre, dobbiamo salire sulla barca e partire, dobbiamo prendere il largo, senza avere paura di sbagliare o di non essere all'altezza, dobbiamo avere fede; i nostri errori e le nostre imperfezioni sono importantissimi, perchè come dice il grande poeta Antonio Machado: "Caminante no hay camino se hace camino al andar".

                                                        Allora buon viaggio a tutti!

E' bello diventare grandi per realizzare i sogni che avevamo quando eravamo bambini!



Spesso mi chiedono :"Quando hai iniziato a dipingere e perchè?"
Io ricordo che sin da bambino sentivo l' esigenza di disegnare e dipingere per esprimere e condividere quello che sentivo, ma questo è normale, tutti i bambini disegnano e dipingono io semplicemente diventando grande non ho smesso !

Anzi il bello di diventare grandi è poter realizzare i sogni che avevamo quando eravamo bambini.
Quando uno è bambino non sa neppure cosa significhi essere un' artista, non ci si pone il problema, si vive tutto con spontaneità.
Molti adolescenti scelgono di "fare gli artisti" attratti più dalla figura dell' artista che dal mestiere in se.
Quanta gente al Liceo Artistico o all'Accademia delle Belle Arti si vestiva d' artista e parlava come un' artista ma l' unica cosa che dipingeva era la propria capigliatura.

Indubbiamente la figura dell' artista suscita fascino e interesse nei giovani perchè li avvicina ai loro miti, li fa somigliare ai loro eroi.
Io onestamente devo dire che non ho scelto di essere un' artista ho scoperto di esserlo, con tutte le conseguenze del caso!

Viaggiarte e Vita

Ho pensato tante volte di scrivere un libro dal titolo: " Viaggiarte e Vita ", raccogliere i miei diari di viaggio come Hemingway o Ernesto Cheguevara, raccontare gli incontri, gli imprevisti, le sorprese.
Sento molto forte il legame tra l' arte e il viaggio, la ricerca e la scoperta costituiscono il comune denominatore.

Voglio condividere con voi alcune foto scattate in un uno dei miei viaggi in India e Nepal,  sono immagini cariche di quella poesia quotidiana indispensabile per la vita e per l' arte.

La prima foto  potremmo intitolarla: "Un rinnoceronte in un campo da pallavolo?"

La seconda : "L'uomo seduto sull' acqua"

La terza: "Il Funerale"

La quarta: "Una scimmia nel mio balcone"

La quinta: "La preghiera dei piccoli"

La sesta: "Il maggiordomo"



Un rinnoceronte in un campo da pallavolo?



L'uomo seduto sull' acqua


Il Funerale



Una scimmia nel mio balcone



La preghiera dei piccoli


Il maggiordomo













...e che sarà mai!



Non ho mai creduto alla distinzione tra le persone che amano l' arte e quelle a cui non interessa affatto,
non è vero che ci sono persone sensibili alla bellezza e persone insensibili, penso invece che il gusto e la sensibilità per le cose belle vada coltivato, perciò una persona apparentemente rozza o priva di interessi se stimolata nel modo giusto può acquisire eleganza e raffinatezza.

Allo stesso modo però penso che ci si possa abituare alla bruttezza e alla mancanza di stile.

Qualcosa che inizialmente possiamo riconoscere come brutto, antiestetico e fuoriluogo con il passare del tempo impareremo a giustificarlo o peggio a ignorarlo completamente.

Quando sono stato a Bari, per esempio, sono rimasto meravigliato nel vedere una lunga fila di grandi secchioni dell' immondizia, sporchi e mal ridotti, sistemati proprio nella piazza centrale di fronte alla bellissima facciata romanica della cattedrale.

La cosa più sorprendente è stata che la gente del posto non capiva la mia delusione, " ...e che sarà mai!!" dicevano.

I cittadini di Bari erano abituati a quella bruttura. 

Si parte dalle piccole cose per arrivare alle più grandi come le migliaia di pannelli solari disseminati nelle splendide colline marchigiane, pannelli solari che " galleggiano" nello stesso "mare" di cui Leopardi cantava la bellezza nella sua famosa poesia "L' infinito".

Qualche giorno fa ho rivisto il film "I Cento Passi" e  voglio condividere con voi uno dei dialoghi del protagonista sulla bellezza. Ve lo riporto testualmente:

Peppino Impastato: Sai cosa penso? Che quest'aeroporto in fondo non è brutto, anzi...

Salvo Vitale: Ma che cosa dici?

Peppino Impastato: No ma... Visto così dall'alto, uno sale qua sopra e potrebbe anche pensare che la natura vince sempre, che è ancora più forte dell'uomo e invece non è così! In fondo tutte le cose, anche le peggiori, una volta fatte poi si trovano una logica, una giustificazione per il solo fatto di esistere: fanno 'ste case schifose con le finestre in alluminio e i muri di mattoni finti... Mi stai seguendo?...

Salvo Vitale: Eeh, ti sto seguendo!

Peppino Impastato: ...I balconcini, 'a gente ci va a abitare e ci mette... le tendine, i gerani, la televisione e dopo un po' tutto fa parte del paesaggio, c'è, esiste, nessuno si ricorda più di com'era prima, non ci vuole niente a distruggere la bellezza.

Salvo Vitale: Ah be' ho capito, ma allora?

Peppino Impastato: E allora... E allora invece della lotta politica, la coscienza di classe, tutte le manifestazioni e 'ste fissarie, bisognerebbe ricordare alla gente cos'è la bellezza, aiutarla a riconoscela, a difenderla.

Salvo Vitale La bellezza?

Peppino Impastato: La bellezza, è importante.

Thana libera tutti


L’Università eCampus nella sua sede di Roma, via del Tritone, 169, dall’11 novembre al 3 dicembre,ospita una mostra collettiva di pittura e fotografia, curata da Marco Fioramanti, noto operatore culturale e artista, in cui si confrontano differenti approcci pulsionali legati a una comune visione del mondo. A Thana libera tutti, ovvero della pulsione, a cura di Marco Fioramanti, partecipano con le loro opere gli artisti: Francesco Astasio Garcia, Franco Di Vito, Silvia Faieta, Marco Fioramanti, Pietro Guglielmino, Edoardo Iosimi, Antonio Lombardi, Ruben Dario Martinez, Cristiano Quagliozzi.
Scrive nell’introduzione il curatore della mostra, Marco Fioramanti:
“Vi ricordate quando da bambini si giocava a nascondino? Il giocatore di turno – a occhi chiusi – contava fino a 10 volte il numero dei partecipanti, gli altri si nascondevano. Chi veniva scoperto perdeva all’istante, chi raggiungeva la base gridando “Tana!” era libero. Se l’ultimo giocatore rimasto raggiungeva la base con un “Tana libera tutti!” si ricominciava da capo. Da grandi la vita ci prospetta un gioco irrimediabile, da giocare una volta sola e la conta dei giorni è a nostra insaputa. I più vengono scoperti. Gli artisti accettano la sfida, si mettono in gioco in ogni attimo della loro vita, sacrificano tutto alla propria opera – un compito e un destino – e, grazie a questo, sconfiggono la morte: Thana(tos) libera tutti!”
Il vernissage della Mostra avrà luogo a Roma, l’11 novembre, alle ore 18,30, presso l’Università eCampus in via del Tritone 169. Dopo il saluto introduttivo di Rita Neri, Responsabile della sede di Roma dell’Università eCampus, interverranno Vitaldo Conte, teorico dell’arte e saggista; Marco Fioramanti, curatore della mostra; Ida Molinari, psicoterapeuta e Cesare Sarzini, storico dell’arte. Durante l’inaugurazione il gruppo degli scrittori Cardiopatici, (Luigi Annibaldi, Paolo Battista, Daniele Casolino e Ilaria Palomba) eseguirà alcune brevi letture sul tema della mostra. L’artista Cristiano Quagliozzi ritrarrà dal vivo alcuni spettatori.

La bellezza è una finestra aperta sul cielo


Dostoevskij scrive che:
“L’umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perchè non ci sarebbe più nulla da fare al mondo. Tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui”..." la bellezza salverà il mondo . "

Non è forse un' esagerazione romantica e poco concreta?
A cosa serve l' arte? Si potrebbe vivere senza la pittura, la poesia o la musica?
Potremmo vivere in un mondo in bianco e nero ?
Sono necessarie milioni di specie diverse di fiori o sarebbe sufficiente una per nutrire gli insetti?
Cos'è veramente utile e imprescindibile per l' uomo ?

Diverse statistiche dimostrano che nei posti  dove non c' è bellezza e viene esclusa o limitata la presenza della natura aumentano i casi di depressione e suicidio.
Allora perchè è così importante la bellezza, a cosa ci riferiamo esattamente quando parliamo di bellezza?

Il papa Benedetto XVI  nell'incontro con gli artisti nella Cappella Sistina, del 21 novembre 2009 , ha distinto "la bellezza illusoria e mendace, superficiale e abbagliante fino allo stordimento"  dall' autentica bellezza che " schiude il cuore umano alla nostalgia, al desiderio profondo di conoscere, di amare, di andare verso l’Altro, verso l’Oltre da sè. "  ed ha concluso l' incontro dicendo:

«Se accettiamo che la bellezza ci tocchi intimamente, ci ferisca, ci apra gli occhi, allora – spiega – riscopriamo la gioia della visione, della capacità di cogliere il senso profondo del nostro esistere, il Mistero di cui siamo parte e da cui possiamo attingere la pienezza, la felicità, la passione dell’impegno quotidiano».

La bellezza è legata all' amore, alla relazione.
Archiviato ogni legame trascendente, verso l'alto e verso l'altro, prigioniero del proprio individualismo, l'uomo moderno non trova più la bellezza in grado di scuoterlo dal torpore.
L' arte esprime la lode, ma l' uomo moderno ne è divenuto incapace, imprigionato in quell' "affarismo materiale che sempre ci circonda e ci abbassa, ci toglie la gioia".

Imparare a vedere il creato significa imparare a vedere l'amore di Dio per noi e sapendoci amati desiderare amare.
Ogni cosa nel creato esalta e valorizza la bellezza dell' altra.

Quando siamo innamorati di una donna non ci limitiamo a dirlo ma lo dimostriamo come possiamo, per esempio mettendo dei fiori vicino al suo letto .
L' amore di Dio per noi è così grande che non si limita ad un mazzo di fiori,
Lui ci regala direttamente montagne e colline piene di fiori, il mare, la luna e le stelle!

La bellezza della natura non è frutto del caso ma di una sapienza amorevole che fa bene ogni cosa e ci riempie della sua presenza rassicurante mostrandoci il cielo sulla terra.

La bellezza è una finestra aperta sul cielo!

Queste sono alcune foto che ho scattato come scorci d'infinito:










Caro Cristiano ti ricordi la nostra casa a Parigi


Caro Cristiano,
ti ricordi la nostra casa a Parigi,
era piccola, modesta e scomoda ma aprendo gli occhi al mattino la vista era mozzafiato e questo bastava per renderci felici e caricarci di un entusiasmo che bruciava in noi e contagiava chiunque ci si avvicinasse!

Abbiamo vissuto come due poeti, senza molti soldi ma con una gioia e un'amore alla vita che non scorderò mai. Sei stato per me l'amico ideale, perchè hai condiviso la stessa passione e fame per la Bellezza, la stessa leggerezza nel rincorrere i sogni.

Giravamo per le strade come due bambini in un immenso negozio di giocattoli, tutto attirava la nostra attenzione e la nostra curiosità; eravamo capaci di trascorrere un pomeriggio ad osservare le foglie degli alberi lungo la Senna, a disegnare le rondini volare e fotografare le pozzanghere.

E poi cantavamo, ridevamo e inventavamo storie, come se il mondo fosse più triste se non cantassimo, come se il mondo fosse più povero se non scrivessimo.

Ci piaceva parlare con la gente, tutti meritavano il nostro tempo e la nostra attenzione per il semplice fatto che c'erano per il semplice fatto che avevano incrociato il nostro cammino.

E poi sognare, seguendo l'immaginazione, dicevamo :
Quante cose si potrebbero fare, una vita non può bastare!

E allora non si poteva perdere tempo, la vita scorreva e noi ne facevamo parte, ogni giorno era pieno di sorprese, di magia di sapore, e pure quando eravamo tristi  eravamo felici, perche ci sentivamo vivi, e questo ci bastava.

Non c'era spazio per la noia e non c'era tempo per la fretta, non ci potevamo limitare a mangiare, dovevamo assaporare, cogliere le infinite sfumature del gusto e provarne ancora.

Ti ricordi Cristiano, tutto quello che passava sotto i nostri occhi diventava arte, il nostro sguardo era per le cose come il tocco per il re Mida! Quando non avevamo i soldi per comprare i colori, dipingevamo con il caffè, e a turno mentre uno di noi lavorava, l'altro metteva sul fuoco la moka per non interrompere la vena creativa.

Oggi le nostre strade s'incontrano con meno frequenza ma ci lega ancora un'amicizia speciale e ancora ci caratterizza, possiamo dirlo, un entusiasmo per la vita, la bellezza, e l'arte.

                                                LA NOSTRA CASA A PARIGI 2006 - 2007:








La Grandezza dei Piccoli

Qualche anno fa mi è stato chiesto di realizzare un progetto per decorare la facciata di una scuola materna di Vedelago.

Ho scelto alcuni disegni dei miei nipotini, li ho fotocopiati a colori e dopo averli ritagliati li ho incollati  su un grande foglio come fossero i protagonisti di un mondo magico scaturito direttamente dalla sensibilità infantile.

E’ sorprendente notare la vicinanza tra questi piccoli capolavori e le opere d’ arte dei maestri del moderno e del contemporaneo.
Ovviamente mia nipote Sofia non conosce Mirò, Picasso o Basquiat ma disegnando condivide con loro vivacità, espressione e spontanea genialità.

Gli stessi  Mirò, Picasso e Basquiat hanno riconosciuto, in alcune espressioni dell' operato dei bambini la tempra del genio nella sua manifestazione più genuina e ne hanno tratto ispirazione.

Il lavoro dei bambini é un vero e proprio eco del sentire interiore, non ancora mediato da
influenze e convenzioni sociali , non uniformato ad una sensibilità collettiva livellante!

Picasso guardando un disegno di un bambino disse: "Che meraviglia!!!!...Se lo avessi dipinto io varrebbe Miliardi!"
Il valore dell' arte prescinde dal valore economico, la pittura dei bambini lo dimostra.

I bambini  per loro natura, non hanno la consapevolezza del genio e hanno corpi piccoli e deboli, quindi i loro “capolavori” spesso mal conservati e di piccolo formato non vengono presi sul serio.

Il mio desiderio è di mostrare la “grandezza dei piccoli”, trasformando  sconosciuti "guazzabugli infantili” realizzati su fogli sgualciti, in un’ opera pubblica di gigantesca dimensione.

Io mi limiterò ad eseguire, più fedelmente possibile, il bozzetto originario...sforzandomi di non cedere alla tentazione di “correggere” nessun presunto errore o sbavatura.
Sarò solo un mezzo, un fedele esecutore di opere con stile e personalità propria , come dovessi realizzare per incarico dell’ Académie de France una copia della “grande odalisca” di Ingres.










Caminante, no hay camino, se hace camino al andar.


"Se vuoi costruire una barca,
non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto e infinito"
                                                                                                   (Antoine de Saint-Exupery)

Se dovessi insegnare arte non inizierei istruendo i miei allievi sulla tecnica ma cercherei di suscitare in loro il desiderio e la nostalgia della bellezza, solo una volta infiammato il loro spirito parlerei dei mezzi e dei modi della pittura.


E'  vero che senza padronanza della tecnica non avrebbero gli strumenti per raggiungere i loro obiettivi, ma se anche avessero la padronanza della tecnica senza avere degli obiettivi, i loro sforzi risulterebbero comunque vani perchè è meglio sapere dove andare senza sapere come, piuttosto che sapere come andare senza sapere dove.


Tecnica e poetica sono strettamente legate e imprescindibili una dall'altra. Ci sono persone che hanno bisogno di un cammino battuto, un sentiero tracciato che indichi loro passo per passo la strada da seguire e pensano che solo seguendo punto per punto i manuali preconfezionati otterranno qualche risultato, come se ci fosse una mappa ad indicare la strada verso la verità e la bellezza, per questo mi piace distinguere un pittore da un'artista e chi impara a fare il ciambellone da uno Chef .


“Leonardo da Vinci, grande e poliedrico maestro, inventò un sistema, o meglio una scala di cucchiaini per dosare i vari colori, si doveva realizzare così un’ armonia meccanica. Un suo allievo si torturò inutilmente per usare questo sistema e, disperato per gli insuccessi, chiese ad un collega come facesse il maestro. 
<<il maestro non lo usa mai>> fu la risposta”. 

(Tratto da « Il cavaliere azzurro » di Vasilij KandinskijFranz Marc)         

Quanta bellezza nei versi di Antonio Machado che dicono:

"Caminante son tus huellas                                
el camino y nada más;
caminante, no hay camino
se hace camino al andar
".  

                      
"Viandante sono le tue impronte
la via e nulla più:
Viandante non c'e un cammino
si fa il cammino camminando
".


Il motore di ogni viaggio è la passione per la vita ma non c'è passione senza pazienza.
E' scritto nel proemio dell’Odissea a proposito di Ulisse: «conobbe le città e i pensieri di molti uomini, molti dolori patì sul mare nell’animo suo,
per acquistare a sé la vita e il ritorno ai compagni» 

 

FOTO COPYRIGHT Francesco Astiaso Garcia