BATTITI di SPERANZA




È stata inaugurata alla presenza dell’assessore alla cultura, la mostra “Battiti di Speranza”, con il Patrocinio del Ministero della Cultura presso il Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino, una location straordinaria situata in una delle zone più belle e suggestive della regione Campania.

In mostra ho portato 40 quadri totalmente inediti realizzati in questi ultimi mesi e ancora mai esposti, affiancati alle opere di Raffaele Sadutto. Tutti i quadri esposti sono acquistabili.
La mostra durerà fino al 27 settembre, può essere l’occasione per una meravigliosa gita!

Per chi volesse approfondire, ho scritto questa presentazione del progetto “Battiti di Speranza” cominciato ad Assisi, attualmente in Campania e poi in tour in giro per il mondo:

 

BATTITI di SPERANZA

Viviamo in un’epoca disorientata, abbiamo perso il senso della rotta, abbiamo sostituito gli ideali e le sfide esistenziali con mode superficiali e una continua tendenza al benessere, all’effimero e alla vanità; abbiamo appiattito la spinta spirituale ad uscire da sé dell’essere umano. Il mondo è minacciato e diviso, la conflittualità invade tutti i settori della società e sembra inasprirsi di giorno in giorno; dai singoli individui, alle relazioni intra-familiari, fino ad arrivare al rapporto tra gli Stati.

È importante contestualizzare questa nostra mostra nel tempo che stiamo vivendo. Un tempo caratterizzato da una comunicazione planetaria che si distingue per un bullismo abnorme, raccapricciante, tragico: quante relazioni ferite intorno a noi, quanta divisione, quanta ostilità, chiusura e pregiudizio. È forte lo smarrimento dei giovani davanti al senso della vita, di qui il tedio, l'angoscia, la noia, la nausea.

Quale antidoto offrire a questa degenerazione relazionale? Nella lingua cinese la parola disperazione coincide con la parola occasione, ogni crisi rappresenta una grande opportunità, una maschera che cade, rivelando i nostri artifici e le nostre illusioni; come scrive Antoine de Saint Exupery nel Piccolo Principe: "ciò che rende bello il deserto è che da qualche parte nasconde un pozzo". Il deserto e la sete che lo accompagna rivelano dunque l'importanza dell'acqua, rimarcata proprio dalla sua assenza.

Siamo profondamente convinti che tutte le crisi che stiamo vivendo in questa complicata congiuntura storica, costituiscano una grande opportunità nella ricerca di senso, di bellezza e verità; come diceva Victor Hugo: “Ciò che fa notte dentro, può lasciare in noi le stelle”. Paradossalmente l'oscurità può aiutarci a trovare la luce. Questa crisi, questa notte, può avere un ruolo decisivo per svelare l'uomo a sé stesso, ricordandogli le fondamenta della sua grandezza, la verità profonda del suo essere, cosicché possa davvero ritrovare le stelle, il senso, il sapore della vita. Solo se ci consideriamo persi potremo forse ritrovarci, si decide di ricostruire lì dove si riconosce che qualcosa si è frantumato. La Crisi attuale ci spinge a ripensare la vita e il mondo.

 

Per risollevare l'uomo dalla sua desolata condizione esistenziale è certamente necessario discutere di politica, di economia o ecologia ma è ancora più urgente e indispensabile rivelare all'uomo la verità su sé stesso, la sua sacralità e dignità: ogni uomo porta in sé l’eternità! Saremo capaci di intercettare la domanda di senso, di bellezza e di felicità che abita il cuore degli uomini? Sicuramente gli artisti possono accorrere in nostro aiuto, poiché “l’arte non insegna nulla tranne il senso della vita”, Così mi sento di riassumere il ruolo dell'artista: Elevare l'Umanità inducendola alla bellezza.

 

LA MOSTRA

Compito dell'artista è certamente rivelare lo sporco e il brutto del nostro mondo, ma ancora prima è nostro dovere indicare il bello e la speranza: Questa è la vera grande missione dell’arte! Ecco cosa ci ha spinti a pensare alla mostra BATTITI di SPERANZA: il desiderio di ritornare a guardare le stelle. Il de-siderio è la manifestazione della nostra mancanza di cielo, della nostalgia di vita e di pienezza che ogni uomo sente; la nostalgia di un’esistenza più perfetta, ci ricorda che alle nostre vite qualcosa manca, qualcosa che non è possibile colmare con l’abbondanza materiale.

Vanno bene le denunce, è un dovere alzare la voce contro iniquità e ingiustizia, senza dimenticare però che la dignità dell'artista consiste nel tenere vivo il senso di meraviglia del mondo. Il mondo non perirà per mancanza di meraviglie, ma per incapacità di meraviglia! "Non basta gridare contro le tenebre, bisogna accendere una luce”.

Cosa c'entrano dunque le Farfalle e le Colombe?

Non si tratta di solleticare un vacuo ottimismo infantile o peggio un romantico idealismo, ma di credere profondamente vero ciò che diceva Federico Fellini: “l’unico vero realista è il visionario”.

La farfalla come ci spiega lo stesso autore: "è il simbolo della rinascita per eccellenza, immagine di una vita nuova che nasce lì dove sembra concludersi tutto; e non è forse questo un pensiero tipico della nostra quotidianità: il timore che tutto possa finire? Dove tutto sembra guastato e irreversibile, lì avviene il miracolo. Non è questione di riprovarci ma di credere fermamente che tutto si fa nuovo".

La morte, la sofferenza, il non senso non hanno più l’ultima parola. Non è forse la notizia che tutti stavamo aspettando? “Ciò che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla”, ha scritto Lao Tse. Ciò che molti chiamano morte noi chiamiamo Risurrezione!

Anche le colombe hanno un forte significato simbolico, rappresentano infatti non solo l'aspirazione umana alla pace e alla concordia, ma anche l'interconnessione tra gli esseri umani e la natura. In un'epoca caratterizzata da conflitti, tensioni e disuguaglianze, la colomba rappresenta un richiamo alla necessità di promuovere la pace, la solidarietà e la cooperazione tra gli individui e le nazioni.

Il mondo di fronte alle gravi minacce che incombono sull’avvenire dell’umanità “ha bisogno della bellezza per non sprofondare nella disperazione” del dubbio e del non senso, si tratta di salvare l’umano nell’uomo, di salvare il senso stesso della vita umana contro il caos e l’assurdo. Crediamo fermamente nella bellezza come antidoto alle ideologie e ai populismi che tornano a confondere e a mentire.

Certamente le attività artistiche da sole non sono sufficienti a risolvere i conflitti mondiali o a raggiungere la pace universale, ma possono svolgere un ruolo importante nel promuovere la consapevolezza, il coinvolgimento e la speranza nella costruzione di un mondo più pacifico e solidale, un coinvolgimento che rafforza il senso di appartenenza e di responsabilità verso la propria comunità e il mondo, una sorta di alleanza educativa.

Il nostro augurio è questo: Che possiate trovare nei colori, nelle forme e nella luce delle opere, un battito di speranza, che renda nuova ogni esperienza di crisi, limite e fallimento.

Come non commuoversi dinanzi all’urlo disperato di chi non è più disposto ad assecondare come normalità l’inclinazione della natura umana verso la rovina e il degrado! L’umanità è a rischio, l’alternativa al grande baratro è quella di tornare al punto dove abbiamo imboccato la strada sbagliata.

Francesco Astiaso Garcia




 

L'Inclusione che Esclude: Ipocrisia e Libertà d'Espressione nel Mondo Contemporaneo

 


Si è parlato tanto della parodia dell’ultima cena messa in scena durante l’apertura dei Giochi Olimpici, uno spettacolo grottesco e desacralizzante, ancora più triste se lo pensiamo in relazione al quadro della situazione internazionale odierna.

Personalmente più che l'episodio in se, ciò che reputo inaccettabile è l'inquietante ipocrisia di chi si professa paladino della libertà d'espressione, ma continua a farsi interprete di una "verità" a senso unico, e dico questo proprio da artista, difensore convinto della bellezza delle differenze di pensiero e di credo. La bellezza è relazione, non assenza, bensì equilibrio di contrasti, armonia delle parti.

La Convenzione dei diritti dell'uomo e la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea sottolineano la necessità ferma di tutelare il libero pensiero difendendolo da ogni censura o ingerenza ma allo stesso tempo ammettono la possibilità di restrizioni alla libertà d'espressione per garantire la salvaguardia della reputazione altrui, del buon costume e dell'ordine pubblico.

E' evidente che affrontando certi argomenti, ci addentriamo in un terreno scivoloso dai confini molto delicati; per passare dall'astrazione della lettera alla concretezza della storia, ritengo interessante considerare l'applicazione delle Carte sopra citate a due episodi accaduti, in tempi recenti, proprio in Francia.

Il primo è una tragedia nota a tutti: l'attentato terroristico contro la sede del settimanale satirico Charlie Hebdo del 7 gennaio 2015 a Parigi. La stampa si è stretta intorno ai giornalisti francesi assassinati: "L'attacco alla libertà d'espressione è un attacco alla libertà di tutti poichè la libertà d'espressione è il valore fondante alla base di tutte le democrazie europee". Questo hanno scritto i principali giornali di tutto il mondo; d'altronde si capisce, come non essere indignati di fronte ad un simile scempio! Le parole "io sono Charlie" sono diventate il simbolo della libertà d'espressione. 

Anche il secondo episodio è avvenuto in Francia, mi riferisco alla decisione del Consiglio Superiore per l'audiovisivo di censurare uno spot televisivo, trasmesso in occasione della Giornata mondiale per le persone Down; tale spot, premiato a Cannes e diffuso anche dall'Onu, mostrava alle madri in attesa, che la vita di una persona con sindrome di Down può essere piena e appagante, senza nasconderne le difficoltà. "Cara futura mamma, non avere paura, tuo figlio potrà essere felice come lo sono io" è il messaggio finale rivolto alle gestanti. 

Il Consiglio Superiore per l'audiovisivo ha vietato il filmato motivando così la censura: "indirizzandosi ad una futura madre, sembra avere una finalità ambigua e può non suscitare un'adesione spontanea e consensuale". In altre parole il video è stato censurato perchè può offendere la sensibilità delle donne in dolce attesa di bambini Down, che hanno deciso di abortire o ancora peggio potrebbe condizionarle, influenzando la loro scelta. Un tribunale ha poi confermato questa decisione di censura. 

Dice dunque la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea: "Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera. La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati".

A questo punto è d'obbligo la domanda: La libertà d'espressione è sacra in ogni circostanza o solo quando difende vignette di pessimo gusto che non si limitano ad offendere l'uomo appartenente ad ogni fede ma arrivano ad un macabro scherno delle vittime del terremoto incitando all'odio e al razzismo? (ricordate la vignetta degli spaghetti di Amatrice?) Cos'è la tolleranza, cosa il pluralismo e il rispetto di tutti?

L'interpretazione arbitraria della libertà d'espressione è una forzatura che non si può tacere. Questa è l'eredità ambigua e pericolosa dell'illuminismo di Voltaire, riassunto molto bene dal suo motto: «La libertà per tutti, ma non per i nemici della libertà».

Difendere la vita e la Bellezza significa mostrare le incongruenze dei nostri tempi che confondono l'amore con il buonismo, la libertà con le offese, la tolleranza con il campanilismo. L'armonia presuppone sempre una visione d'insieme; è difficile non conformarsi al pensiero collettivo, fuggire ogni forma di preconcetto o ideologia… la grande sfida del nostro tempo! 

Chi stabilisce cosa sia politicamente corretto e cosa politicamente scorretto? Quale censura è lecita e quale no? Ci troviamo difronte ad un nuovo tipo di discriminazione, non più la discriminazione per il colore della pelle bensì la discriminazione per il colore delle idee.

Il vero progresso passa sempre per la difesa e tutela dei più piccoli, non si può rinunciare a lottare in difesa della bellezza dei più piccoli; i nostri tempi hanno bisogno di cuori ardenti e spiriti vivi per non cedere alla tiepidezza!

Francesco Astiaso Garcia

 


Carmen Hernandez e il Santo Anticonformismo


Viaggiando per anni assieme a Kiko per dipingere in ogni angolo del mondo, ho conosciuto bene Carmen Hernandez, una donna forte e libera. Ho sempre apprezzato il suo carattere anticonformista, che emergeva con una forza e una sincerità raramente riscontrabili. La sua non era certamente un'opposizione alle norme e alle convenzioni superficiale o fine a se stessa. Al contrario, il suo anticonformismo era radicato in un desiderio di autenticità profonda.

Carmen non si ribellava per il gusto di farlo, né per una semplice ricerca di originalità. La sua era una scelta consapevole e motivata da un amore profondo per Cristo e per la Chiesa. La sua fede le forniva una base solida e incrollabile, una fonte inesauribile di forza interiore. Questa connessione spirituale la spingeva a vivere in maniera coerente con i suoi principi, rifiutando di adeguarsi a convenzioni che riteneva superficiali o in contrasto con i valori evangelici.

Nel suo rifiuto delle convenzioni sociali, Carmen non cercava di essere contro tutto e tutti. Piuttosto, seguiva una strada di coerenza personale che la portava a fare scelte talvolta difficili e controcorrente, ma sempre in linea con il suo sentire profondo. Il suo anticonformismo era quindi una testimonianza vivente della sua fede, un modo per incarnare i principi cristiani nella vita quotidiana.

In un mondo spesso dominato da apparenze e superficialità, Carmen rappresentava una voce autentica e sincera, capace di ispirare chi le stava accanto. La sua vita era un esempio di come l'anticonformismo possa essere un atto di fedeltà ai propri ideali e di amore per ciò che è giusto e vero.

Nelle sue meravigliose Note Biografiche curate da Aquilino Cayuela c'è una parte che forse meglio di ogni altra evidenzia questo suo Santo Anticonformismo:

…”Carmen aspira soprattutto a perseverare e a conservare l'obbedienza ai suoi superiori; desidera, lotta seriamente per rimanere nell'obbedienza e realizzare il suo grande sogno: prendere i voti perpetui come religiosa e andare in missione in India. Tuttavia, il suo lamento era: «VOGLIONO MODELLARCI IN UNO STAMPO!». Tale esperienza sarà fondamentale per la sua vita futura, quando molti anni dopo, insieme a Kiko, darà inizio al Cammino Neocatecumenale: una delle caratteristiche di tale itinerario di iniziazione cristiana, infatti, sarà non cercare mai di mettere nessuno in uno "schema" predefinito. Come catechista eviterà sempre di imporre schemi ed etichette, un punto in cui si troverà in grande comunione con Kiko, che è un artista e uno "spirito libero". In tal modo, il Cammino che inizieranno prenderà le distanze dal legalismo, dalla rigidità, da un 'istituzionalizzazione (intesa in senso negativo) eccessiva e da tutto ciò che implichi la volontà di uniformare o modellare le persone a propria immagine”…

 

Cara Carmen, prega per noi e intercedi dal cielo affinché possiamo sempre mantenere la libertà dagli schemi e vivere con autentica sincerità il nostro cammino verso Verità, Bellezza e Giustizia!

Francesco Astiaso Garcia






disegni © francesco astiaso garcia















"Arte Senza Confini: ITALIA - GEORGIA"

Domenica 7 luglio è stata inaugurata a Tbilisi la mostra "Arte Senza Confini: ITALIA - GEORGIA" alla presenza di Sua Eccellenza Monsignor Giuseppe Pasotto, vescovo di Tbilisi e Amministratore Apostolico per il Caucaso dei cattolici di rito latino.

Ho scelto di partecipare con due opere per me particolarmente significative: la RESURREZIONE e la PACE.

Curata dall’artista Anna Usova assieme agli artisti georgiani Vazha Okitashvili e Nika Chargeishvili, questa esposizione di grande risonanza internazionale rappresenta un'opportunità unica per promuovere e valorizzare l'arte contemporanea italiana e georgiana. La mostra mira a creare un ponte culturale tra i due paesi, favorendo una condivisione reciproca delle tradizioni culturali e rafforzando i legami diplomatici e la cooperazione internazionale.

L'evento è stato arricchito dalla partecipazione di illustri figure del panorama culturale georgiano, tra cui Guram TsertvadzeMikhail Surmava, il Presidente della Camera di Cultura David Okitashvili e il Rettore dell'Accademia di Belle Arti Karaman Kutateladze. Queste personalità hanno sottolineato l'importanza della collaborazione tra Italia e Georgia nella promozione e valorizzazione della loro eredità culturale comune.

Italia e Georgia condividono una storia culturale ricca e variegata che ha creato legami profondi e duraturi nel tempo. Questo rende i due paesi partner naturali nel promuovere i legami diplomatici e la cooperazione internazionale.

La Diplomazia Culturale è essenziale per valorizzare dialogo e fraternità. Come artisti abbiamo  l’obbligo di costruire ponti culturali per favorire comprensione e rispetto reciproci, fondamentali per la pace.

"Arte Senza Confini: ITALIA - GEORGIA" non è solo una mostra d'arte; è un simbolo di unità e cooperazione tra due nazioni che, sebbene geograficamente distanti, condividono una passione comune per l'arte e la cultura, un esempio di come la Diplomazia Culturale possa superare le barriere geografiche e politiche, creando un dialogo aperto e costruttivo che arricchisce entrambi i paesi coinvolti.

Francesco Astiaso Garcia


RISURREZIONE

PACE










Cos'è l'ISPIRAZIONE ?


Domani, giovedì 4 luglio, alle ore 17:30, verrà inaugurata presso la storica Galleria La Pigna, la mostra d’arte contemporanea collettiva, dal suggestivo titolo “ISPIRAZIONI”.

Intorno alle ore 18:15 presenterò gli artisti e parlerò del segreto dell’arte: l’ispirazione!

L’ispirazione dell’artista che si accinge a scrivere un testo o a dipingere un quadro è un concetto ormai quasi inflazionato, un’idea astratta che ha preso nel tempo i connotati del cliché; eppure non c’è arte senza ispirazione, non c’è ispirazione senza intuizione!

L’intuizione è una forma di conoscenza superiore alla ragione, dove il calcolo si arresta, si apre il mondo sconfinato dell’ignoto; troppo spesso però abitiamo il prevedibile e trascuriamo l'immaginazione del possibile. Giacomo Leopardi nella celebre poesia l'infinito parla di una siepe che esclude la visione dell'orizzonte, dunque il poeta non vede proprio nulla, e allora lui immagina "interminati spazi" oltre la siepe. l'infinito si offre alla sua immaginazione; conta soprattutto la siepe, che nasconde il paesaggio, provocando uno sguardo altro...un paesaggio che non vedo ma immagino.

Quando qualcuno cerca, allora accade facilmente che il suo occhio perda la capacità di vedere ogni altra cosa fuori di quella che cerca, e che egli non riesca a trovar nulla in sé perché pensa unicamente a ciò che cerca, perché ha uno scopo, perché è posseduto dal suo scopo. Ci sono persone che hanno bisogno di un cammino battuto, un sentiero tracciato che indichi loro passo per passo la strada da seguire e pensano che solo seguendo punto per punto i manuali preconfezionati otterranno qualche risultato, come se ci fosse una mappa ad indicare la strada verso la verità e la bellezza, per questo mi piace distinguere un pittore da un'artista e chi impara a fare il ciambellone da uno chef in perenna ricerca.

Restiamo dunque in attesa di segnali, in un'attitudine di ascolto vigilante, mettiamoci in condizione di ricevere in testa la mela che cade dall'albero e di accogliere i doni che ci porta il mare, senza ignorarli, senza disprezzarli, senza banalizzarli. Si tratta di una visione delle cose che può ribaltare completamente il nostro punto di vista e aprirci prospettive inimmaginabili capaci di infiammare il mondo e cambiare il corso della storia.

 

Amava ripetere Joyce: "l'errore è l'anticamera della scoperta"; Dopotutto è piena la storia di grandi scoperte di chi è stato capace di lasciarsi sorprendere:

 

Cristoforo Colombo scopre l'America mentre cercava le Indie; Alexander Fleming scopre la penicillina a causa di una errata disinfezione di un provino; anche il Viagra è stato scoperto per caso dalla compagnia farmaceutica Pfizer, mentre si cercava un farmaco per curare l'angina pectoris; La Coca-Cola fu inventata dal farmacista statunitense John Stith Pemberton inizialmente come rimedio per il mal di testa e per la stanchezza.

 

Jackson Pollok dopo molte ricerche e tentativi nella pittura a suo dire deludenti, guardando il parquet del suo studio, rimane folgorato dalla bellezza espressiva delle macchie di pittura mescolatesi casualmente nel cadere a terra...posiziona allora la tela nel pavimento e inventa il "dripping" rivoluzionando per sempre la pittura americana con l'espressionismo astratto. 

 

Se non ti aspetti l'inaspettato non lo troverai, perché non si raggiunge attraverso una ricerca o un sentiero. Perciò siate sempre in attesa dell'imprevedibile, non sappiamo quando ci troveremo di fronte ad un arcobaleno di notte, ad un corvo bianco o ad un asso di cuori nero.

Francesco Astiaso Garcia

NIENTE DI CIÒ CHE È UMANO MI È ESTRANEO


FESTIVAL  DELL'UMANO  TUTTO INTERO 




Mi è stato chiesto di dare un’interpretazione artistica al tema del nostro “Festival dell’Uomo Tutto Intero”.

Sono sotto gli occhi di tutti le gravi conseguenze verso cui ci sta portando visione antropologica parziale e ridotta, che non tiene conto delle dimensioni dell'uomo integralmente; la storia sta dando segni di disarmante involuzione, assistiamo a logiche di disgregazione, scarto e dominio, si stanno indebolendo i sentimenti di appartenenza ad una medesima umanità.

Nel preparare questa mostra, sono state per me di grande ispirazione, le meravigliose parole scritte da Terenzio: “Niente di ciò che è umano mi è estraneo". Come artisti siamo chiamati a dare acqua all’umanità, a far battere il cuore del mondo! Tutto ciò che è umano ci riguarda per davvero. Restiamo umani, solo quando avvertiamo come nostre le ferite dell'umanità.

Non possiamo parlare di un occhio limitandoci a descrivere la retina, l'iride e la pupilla, senza parlare anche della vista che ne esprime l'essenza; allo stesso modo non possiamo parlare dell'uomo senza parlare anche della sua sacralità e della sua anima...nessuno parla più dell'anima. Per risollevare l'uomo dalla sua desolata condizione esistenziale è certamente necessario discutere di politica, di economia o ecologia ma è ancora più urgente e indispensabile rivelare all'uomo la verità su sé stesso, la sacralità e dignità infinita che ogni uomo porta in sé.

Viviamo in un’epoca disorientata, abbiamo perso il senso della rotta, il mondo è minacciato e diviso, la conflittualità invade tutti i settori della società e sembra inasprirsi di giorno in giorno; dai singoli individui, alle relazioni intra-familiari, fino ad arrivare al rapporto tra gli Stati. Assistiamo quotidianamente ad una comunicazione planetaria che si distingue per un bullismo abnorme, raccapricciante, tragico.

Quale antidoto offrire a questa degenerazione relazionale? Come diceva Victor Hugo: “Ciò che fa notte dentro, può lasciare in noi le stelle”. Paradossalmente l'oscurità può aiutarci a trovare la luce. La Crisi attuale ci spinge a ripensare la vita e il mondo, un'occasione da non perdere! Questa è la vera grande sfida del nostro tempo.

Saremo capaci di intercettare la domanda di senso, di bellezza e di felicità che abita il cuore degli uomini? Sicuramente gli artisti possono aiutarci in questo, poiché “l’arte non insegna nulla tranne il senso della vita”, elevando l'umanità, inducendola alla bellezza. L’esistenza è costantemente esposta al sacro ma la facoltà di vedere dell’uomo è in declino; abbiamo perso lo sguardo contemplativo sul mondo. L’arte può aiutarci a ritrovare questo sguardo contemplativo, rivelandoci il nostro comune destino e la nostra condizione di fratelli, coinquilini del mondo!

Il mondo di fronte alle gravi minacce che incombono sull’avvenire dell’umanità ha bisogno della bellezza per non sprofondare nella disperazione del dubbio e del non senso, si tratta di salvare l’umano nell’uomo, di salvare il senso stesso della vita umana contro il caos e l’assurdo.

Compito dell'artista è certamente rivelare lo sporco e il brutto del nostro mondo, ma ancora prima è nostro dovere indicare il bello e la speranza. Vanno bene le denunce, è nostro dovere alzare la voce contro iniquità e ingiustizia, senza dimenticare però che la dignità dell'artista consiste nel suo dovere di tenere vivo il senso di meraviglia del mondo. Il mondo non perirà per mancanza di meraviglie, ma per incapacità di meraviglia!  Per questo mi piace considerare l'arte come sorgente di una speranza nuova, in contrapposizione ad una cultura spesso senza speranza.

Per la mostra che accompagnerà il convegno ho portato 3 installazioni artistiche che hanno tutte i bambini come protagonisti:

La prima è composta da 5 quadri che rappresentano le principali ferite dell'umanità, ferite che l'uomo smarrito infligge a sé stesso e agli altri, le cui prime vittime sono sempre i bambini.

La seconda installazione vuole trasmettere un messaggio sulla cura e la responsabilità, attraverso l'esposizione di diversi disegni di ritratti di bambini che con i loro occhi limpidi interpellano lo spettatore, obbligandolo quasi ad un esame di coscienza. E' proprio vero: "il mondo non è l'eredità dei nostri genitori ma il prestito dei nostri figli", sento molto questa responsabilità come padre di quattro figli!

Dicevamo che non basta gridare contro le tenebre, bisogna accendere una luce, la terza installazione, vuole provare ad essere questa luce, è un'istallazione incentrata sulla speranza, che ci spinge ad avere ancora fiducia nell'uomo, ad aprirci con ottimismo al futuro, nonostante tutto!

Francesco Astiaso Garcia



 “ NIENTE  DI  CIÒ  CHE  È  UMANO  MI  È  ESTRANEO "



                                               FERITE  DELL' UMANITA'



L'AEREOPLANO

Dedicato ai figli dei soldati partiti in guerra

 




L'ULTIMA PREGHIERA

Dedicato alle vittime del mare e delle migrazioni forzate

 




AI BAMBINI MAI NATI

Dedicato alle vite che non hanno mai potuto affacciarsi al mondo

 





LA BAMBINA SOLDATO

Dedicato a tutte le vittime di abuso, coercizione e violenza

 




LA STRAGE DEGLI INNOCENTI

Dedicato a tutte le vittime innocenti della guerra



I  BAMBINI  CI  GUARDANO










 

Lo sguardo dei bambini è uno sguardo puro, capace di captare tutto, uno sguardo limpido attraverso il quale possiamo individuare subito con nitidezza il bene e il male. Essere guardati dagli occhi dei bambini è un’esperienza che tutti conosciamo, che ci tocca fino in fondo al cuore e che ci obbliga anche a un esame di coscienza.

Negli occhi dei bambini nei paesi in guerra percepiamo immediatamente la bancarotta dell'umanità. Che cosa facciamo perché i bambini possano guardarci sorridendo e conservino uno sguardo limpido, ricco di fiducia e di speranza?

Che cosa facciamo perché non venga rubata loro questa luce,

perché questi occhi non vengano turbati e corrotti?

Papa Francesco

 

CANTO  DI  SPERANZA

Molte donne si chiedono: metter al mondo un figlio, perché? Perché abbia fame, perché abbia freddo, perché venga tradito ed offeso, perché muoia ammazzato dalla guerra o da una malattia? E negano la speranza che la sua fame sia saziata, che il suo freddo sia scaldato, che la fedeltà e il rispetto gli siano amici, che viva a lungo per tentar di cancellare le malattie e la guerra.

 Oriana Fallaci






LA  VITA  È  UN  SOFFIO,  

MA  LA  BELLEZZA  NON  SVANISCE

 



Ho Sognato un Mondo

 

Ho sognato un mondo impermeabile ad ogni ideologia, in cui non c’è guerra invocata in nome della pace, un mondo dove le lacrime sono tutte uguali ed è impensabile che i crimini di qualcuno, possano giustificare e legittimare i crimini di qualcun altro;


Ho sognato un mondo dove la sacralità della vita non dipende dal colore della divisa
o dalla lingua delle tue preghiere, dove non c’è fede che respinga con arroganza forestieri e migranti, aizzando sospetti, divisioni, paura e ostilità;


Ho sognato un mondo senza discriminazioni in nome della lotta alla discriminazione,
dove l’anticonformismo non è solo una facciata conformata al pensiero dominante,
dove si è disposti ad ascoltare chi la pensa in maniera differente;


Ho sognato un mondo dove chi difende la vita dei panda in estinzione, non favorisce l’aborto e l’eutanasia come scelte di civiltà; dove chi difende la vita nel grembo materno, si schiera, con la stessa passione, al fianco dei clochard, delle prostitute, degli zingari, dei poveri, dei carcerati e degli stranieri;


Ho sognato un mondo dove le nuove generazioni sensibili all’ambiente sono anche disposte a rinunciare a qualcosa del loro esigente e conformista stile di vita; dove chi si spende in difesa dei poveri, degli zingari, dei rifugiati, abbia anche a cuore anche la tutela della vita dei più deboli, indifesi e portatori di handicap, in ogni momento, dal concepimento fino alla morte;



Ho sognato un mondo in cui tutti si sentono corresponsabili della custodia della bellezza e riverenza della vita; un mondo assetato di pace, giustizia ed equità, capace di guardare chi è diverso come un fratello, nel profondo rispetto di tutta la meravigliosa ricchezza della grande famiglia umana;


Francesco  Astiaso  Garcia