Mostra di "pittura" Sottomarina

Sono tante le forme di pregiudizio sull’arte moderna, specialmente nei confronti della pittura astratta, molte persone sono prevenute, e pensano che sia il rifugio di chi non sa disegnare o quantomeno sia una scelta più facile e veloce per convincere qualcuno di essere un artista.

Il pregiudizio nasce dall’idea che possiamo considerare artista solo chi sa copiare la natura; questo di per sé non è sbagliato ma spesso e volentieri abbiamo un’idea superficiale e limitata del concetto di natura!

Quando ho iniziato a dipingere, da bambino, sentivo il bisogno di rappresentare quello che vedevo: mia madre, i miei nonni, un cavallo, una barca capovolta sulla spiaggia; i miei punti di riferimento erano soprattutto i pittori classici. L'attenzione per la bellezza ravvicinata della natura mi ha spinto ad amare i particolari delle cose nei quali ho trovato il gusto e il senso dell'arte astratta e informale. Ho scoperto che ci sono tante forme di dipingere una mela; possiamo tracciare un contorno rappresentando il frutto attraverso un'iconografia simbolica o scegliere di rappresentare un particolare della buccia con tutte le vibrazioni e le sfumature di colore. Qual è dunque l'arte astratta e quale quella figurativa? Non vi pare che in entrambi i casi il desiderio sia quello di essere fedeli alla natura?

Paul Cezanne disse che avrebbe conquistato Parigi con una mela, ricordando a tutti che non è il soggetto rappresentato a fare di un pittore un artista ma la maniera di rappresentarlo. In natura non esiste l’astratto e il figurativo, esiste la bellezza con le sue leggi e le sue relazioni che possiamo ritrovare indifferentemente in un volto, o nei dettagli di una foglia, nel nudo di donna o nella buccia di una mela. Cos’è più facile, disegnare fedelmente una mela o dipingere fedelmente i particolari della sua buccia?

L'arte sembra aver perso il desiderio di produrre bellezza, è l'assenza della natura a pesare sull'arte come una malattia mortale. il dialogo con la natura resta per l'artista, condicio sine qua non.

Scrisse Matisse: La gente che fa dello stile per partito preso e si allontana volontariamente dalla natura resta al margine della verità. Quando un artista dipinge deve avere questo sentimento di copiare la natura. E anche quando se ne sia allontanato, deve restargli la convinzione di averlo fatto per renderla più pienamente.

 

In poche parole, l'arte per essere arte non può limitarsi a comunicare, deve comunicare attraverso la bellezza. È artista chi copia la natura, anche inconsapevolmente.

Ogni opera d’arte autentica, astratta o figurativa, antica o contemporanea, è in qualche modo un de-ja-vù della natura, un’icona che come uno specchio ricompone la realtà attingendo alla fonte. L’arte è lo splendore della bellezza, la bellezza è lo splendore della verità, l’artista continua l’opera del Creatore e torna alle origini ricreando le leggi della Natura.

Il pittore dovrebbe porsi di fronte alla natura come uno scienziato che ne analizza e approfondisce le leggi, come un chimico che studia la materia. Tutto in natura è una perfetta relazione d'armonia. Ogni autentica opera d'arte è una perfetta equazione matematica, non possiamo cambiare nulla senza che salti tutto.

Qualche anno fa ho trovato in un mercatino di libri usati a "Porta Portese" un vecchio libro di fotografie sottomarine molto suggestive. Ieri a studio mi sono divertito a fotografarne dei particolari ravvicinati, estrapolando dettagli, sfumature e composizioni che inevitabilmente ci ricordano la grande pittura contemporanea.

La conclusione è disarmante nella la sua evidenza:

Tutta l'arte moderna, quella autentica, è nella natura!

Francesco Astiaso Garcia