Eravamo un "popolo di poeti, di artisti, di eroi...

Ieri mi è capitato di leggere dell'ennesima aggressione nei confronti di volontari della Caritas, malmenati a calci e schiaffi e insultati per aver dedicato il loro tempo e la loro cura a barboni, immigrati, indigenti e senza tetto. 

Sono in aumento le tensioni e le minacce nei confronti di preti e operatori della Caritas, "non dovete aiutare i barboni" gridavano gli aggressori l'altro ieri in provincia di Caserta.

Mentre prepariamo il Natale e mettiamo il muschio nel presepe, crescono i casi di insofferenza e ostilità nei confronti dei più poveri e dei più piccoli; ovviamente questi comportamenti risentono del clima di chiusura, intolleranza e tensione che respiriamo ogni giorno in Italia.

Si sfoga don Carmine uno dei sacerdoti impegnati nella Caritas: «Ma vi rendete conto, andare ad aiutare con la scorta! - È proprio assurdo. Ma siamo arrivati a questo livello...».

Eravamo un "popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori e trasmigratori”...COSA CI E' SUCCESSO?






Oggi più di ieri dobbiamo riflettere sulle parole del filosofo tedesco Josef Pieper: 


"E' possibile evitare che l'uomo si converta in un consumatore totalmente passivo di articoli prodotti in massa, in un discepolo docile e sottomesso di fronte a qualsiasi slogan strombazzato dai dirigenti e dai potenti della nostra società?".

La Bellezza spiegata ai Bambini







Carissimi Bambini, secondo voi a cosa serve l'arte, a cosa serve la bellezza?
Si potrebbe vivere senza la pittura, senza la musica e senza la poesia?
Ma certo che si direte voi...e allora? perchè dipingere? perchè scrivere o cantare?
Secondo voi, si potrebbe vivere in un mondo in bianco e nero?
Pensateci...certo, sarebbe possibile, a parte per il semaforo :-)
E allora perchè Dio ha scelto di creare il mondo a colori, con infinite sfumature diverse?
E i fiori? non basterebbe una sola specie di fiore per nutrire gli insetti? ...e allora perchè Dio ha creato milioni e milioni di specie tutte diverse?

Ve lo dico io il perchè...perchè la bellezza è innanzitutto una manifestazione d'amore.
L’uomo può vivere senza la scienza, può vivere senza il calcio o senza la televisione, soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere. E' provato che dove manca la bellezza la gente si ammala di tristezza e depressione.

Il creato è così bello perchè Dio ci ama tantissimo, ci vuole talmente bene che ci sorprende continuamente; Come vostro papà che porta i fiori a vostra mamma perchè è innamorato di lei e con la bellezza dei fiori le manifesta il suo affetto...così il Signore ci vuole tanto bene che ci regala intere colline coperte di fiori, ci regala il mare, le montagne e il cielo...e molto di più! Tutta la natura, l'intero creato è un inno d'amore.

O pensate invece che tutto sia un caso?...E' un caso che prima che il sole sparisca dietro le montagne e appaia la luna, il cielo si colori di iridescenze rosse, arancioni, gialle e perfino verdi così spettacolari da togliere il fiato; è un caso che quando piove e c'è il sole si formi così dal nulla l'arcobaleno?...è un caso che sopra ad un sasso cresca un tappetino di muschio verde e sopra al muschio verde cresca un funghetto e che ogni minima parte di questo funghetto sia così bella e così perfetta?  Se avete ancora qualche dubbio ve lo dico io...non è un caso.

Quando leggiamo un libro che ci piace, vediamo un film che ci parla o ascoltiamo una musica che ci commuove, la prima cosa che facciamo è cercare l'autore. Dovremmo fare lo stesso di fronte alla meraviglia della natura.                 
Sono tante le domande che sorgono spontanee:
Chi fa brillare le stelle la notte o dice al mare fin dove deve arrivare e quale sia il limite che non deve superare?
Chi è che fa soffiare il vento e dà quella forma alle montagne, chi fa scorrere l'acqua sui fiumi e poi la trasforma in pioggia che con il freddo diventa neve e ritorna sulle montagne?
Chi ha creato l'occhio e l'ha reso capace di contenere nella sola pupilla intere montagne?
Ci avete fatto caso che le nuvole sono sempre tutte diverse?


Può sembrarvi strano ma c'è un legame tra le conchiglie e le stelle, i pianeti e il guscio di una lumaca! C’è un ordine che si ripete nella bellezza, un criterio comune.
Il caso più sorprendente analizzato al computer è la sequenza ordinata delle migliaia di semi del fiore di girasole che disegnano la stessa spirale che incontriamo nel nautilus marino e nel movimento di pianeti e galassie; Dall'osservazione di queste spirali e di tante altri elementi naturali gli studiosi hanno scoperto la proporzione divina, o sezione aurea, in poche parole hanno scoperto che il bello dipende dalla misura, dall'ordine e dalla proporzione. A rispettare le proporzioni della sezione aurea sono moltissimi organismi viventi, dai pesci agli uccelli, le farfalle  e le piante.

La bellezza si può definire come giusta proporzione tra le parti. 

Scultori, pittori e architetti si servirono moltissimo della sezione aurea: la Grande Piramide di Cheope, il Partenone di Atene, l'Arco di Costantino, il Pantheon di Roma, l'Acquedotto di Segovia, hanno dimensioni calcolate secondo le proporzioni della sezione aurea.


Dai tempi pagani fino ad oggi, in ambienti non solo cristiani, ma anche ebraici, mussulmani e buddisti, innumerevoli scienziati e artisti, studiando e osservando la natura, hanno scorto in tutte le sue sfaccettature le impronte digitali di Dio che si nasconde e allo stesso tempo si rivela, lasciando tracce, indizi, segnali della sua creazione. Anche molti atei pur dichiarandosi non credenti, riconoscono dietro l'immensa meraviglia della bellezza dell'universo un senso di mistero che in qualche modo li interroga sull'eterno o li porta ad accostarsi a Dio, avvicinandolo almeno come "sconosciuto". 

Per questo la bellezza è il linguaggio che supera le differenze, il ponte che unisce l'umanità.


Non tutti gli uomini però conservano la capacità di vedere il creato e riconoscervi l'impronta di Dio, perciò sono necessari gli artisti che non si limitano a mostrare le cose belle ma insegnano piuttosto a riconoscere la Bellezza. 
La Bellezza non è solo nelle cose guardate, è soprattutto negli occhi di chi guarda!
Oggi purtroppo la facoltà di vedere è in declino.

Per questo ho scelto di fare il pittore, dipingere significa ricordare al mondo che il mondo è bello, che dietro anche al più piccolo dettaglio si nasconde un ordine un senso che non sempre tutti riescono a vedere. Scrive un famoso critico, Walter Benjamin:
"La natura è un insieme di simboli e geroglifici che l’artista interpreta e traduce, egli è il decifratore del linguaggio segreto dell'Universo"
Avete capito che significa questo? Conoscete i geroglifici egiziani, senza qualcuno che ce li interpreta non capiamo nulla, così accade anche con le note musicali, per chi non conosce la musica sono solo dei segni senza significato – l’artista non è solo uno che sa dipingere, è uno studioso della natura, un ricercatore, un interprete della lingua più bella del mondo che è quella della bellezza. Il linguaggio segreto dell'Universo, la logica che decifriamo dalle leggi fondamentali della natura, la logica che accomuna scienziati e artisti.


E' compito dell’artista quindi insegnare a guardare e riconoscere la meraviglia che ci circonda per impedire che le persone diano il mondo per scontato...
Per ogni indifferente c’è un artista che ha fallito.

La dignità dell’artista sta nel suo dovere di tenere vivo il senso di meraviglia del mondo. 
Il mondo non perirà per mancanza di meraviglie ma per mancanza di meraviglia”, di stupore. Non c'è niente di più triste della noia dell'abitudine, non c'è niente di più triste dell'indifferenza! Dobbiamo combattere tutti l’indifferenza, l’abitudine, il piattume.
E' importantissimo conservare la capacità di stupirci, di emozionarci.

E sapete chi più di ogni altro conserva la capacità di stupirsi e di emozionarsi?
Voi bambini!! Perchè voi vedete le cose sempre come nuove e sapete essere attenti a quei dettagli che molto spesso sfuggono ai grandi, troppo impegnati e indaffarati in mille cose. Per questo sono felice di scrivere per voi, lo sapete, artisti e bambini vanno sempre d'accordo perchè si somigliano. Ma dovete stare attenti a non perdere mai quella grande capacità di stupore e meraviglia che vi contraddistingue;

Il pittore Russo Kandinski ha scritto a proposito:

Così sperimenta il mondo il bambino, per il quale ogni oggetto è nuovo.
Vede la luce, ne è attratto, vuole afferrarla, si scotta le dita ed inizia ad avere paura e rispetto per la fiamma. Poi impara che la luce ha anche effetti positivi: dissipa il buio, allunga il giorno, può scaldare, cuocere, essere uno spettacolo piacevole da vedere.
Sommate queste esperienze, la conoscenza della luce è compiuta, e le nozioni relative vengono immagazzinate nel cervello.
L’interesse forte ed intenso sparisce e la spettacolarità della fiamma lotta contro l’assoluta indifferenza. Così, a poco a poco, il mondo perde il suo incanto.
Si sa che gli alberi danno ombra, che i cavalli corrono veloci e le automobili velocissime, che i cani mordono, che la luna è lontana, che la figura nello specchio non è vera”.


Per concludere, ricordatevi sempre che la bellezza è la prova che il mondo è frutto dell'amore; se il mondo non è tutto un caso allora Dio esiste e ci ama tantissimo, allora la vita è una cosa meravigliosa! Possiamo amare veramente solo se prima ci sentiamo amati anche noi scoprendo quindi una profonda fiducia e speranza nell'esistenza.

Capite l'importanza di tutto questo?

Pensate che san Francesco d'Assisi era tanto sensibile alla meraviglia del creato che qualsiasi cosa bella vedeva lodava il Signore e considerava tutti fratelli, anche gli alberi, i ruscelli o gli animali. Ha pure scritto un libro, Il Cantico delle Creature, dove ringrazia Dio per tutto quello che ci ha donato nel mondo.
Qualcuno lo considerava un po' pazzo perchè parlava con gli uccellini ma non sapete quanto questo mondo ha bisogno di questo tipo di pazzia. Non abbiate paura di essere voi stessi, anche se vi sentite un po' strani fuggite la normalità a tutti i costi.

Mio papà quando ero piccolo e mi emozionavo per una cosa bella, mi diceva: " Devi benedire il Signore quando vedi qualcosa di bello, perchè è Lui che fa le cose belle e fa piovere sui buoni e sui cattivi, fa sorgere il sole sui giusti e sugli ingiusti."


Quindi visto che il mondo è pieno di cose belle, sono tanti e continui i motivi per ringraziare il Signore e benedire Dio. E’ triste l’ingratitudine di chi da tutto per scontato, ci porta verso la noia e il non senso.
La nostra migliore risposta alla bellezza del mondo è la gioia e la gratitudine.

SIATE FELICI !!!!


Il Dolore dell'Anima

"Incredibile come il dolore dell'anima non venga capito.
Se ti becchi una pallottola o una scheggia si mettono subito a strillare presto-barellieri-il-plasma, se ti rompi una gamba te la ingessano, se hai la gola infiammata ti danno le medicine.

Se hai il cuore a pezzi e sei così disperato che non ti riesce aprir bocca, invece, non se ne accorgono neanche
Eppure il dolore dell'anima è una malattia molto più grave della gamba rotta e della gola infiammata, le sue ferite sono assai più profonde e pericolose di quelle procurate da una pallottola o da una scheggia. Sono ferite che non guariscono, quelle, ferite che ad ogni pretesto ricominciano a sanguinare".



“Molte donne si chiedono: metter al mondo un figlio, perché? Perché abbia fame, perché abbia freddo, perché venga tradito ed offeso, perché muoia ammazzato dalla guerra o da una malattia? E negano la speranza che la sua fame sia saziata, che il suo freddo sia scaldato, che la fedeltà e il rispetto gli siano amici, che viva a lungo per tentar di cancellare le malattie e la guerra.” 

                                                 Oriana Fallaci

Il Cerchio della Vita

OTTOBRE 1912: relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione al Congresso Americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti.

  Immigrati_italiani_usa1


"Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura.
Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane.
Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri.
Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti.
Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci.
Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti.
Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti.
Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro.
Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti.
Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro.


I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali…
…….Si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare.
Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano purché le famiglie rimangano unite e non contestano il salario.
Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell’Italia.
Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più.
La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione
".


Questo è quanto hanno scritto gli americani nei nostri confronti e nei confronti dei nonni di Matteo Salvini, questo è il cerchio della vita: "E' una giostra che va questa vita che gira insieme a noi e non si ferma mai". 

Quale imperdonabile distrazione

"Tutto era dono, tutto era grazia; e com’era bello il panorama attraverso il quale si è passati; troppo bello, tanto che ci si è lasciati attrarre e incantare, mentre doveva apparire segno e invito. Ma, in ogni modo, sembra che il congedo debba esprimersi in un grande e semplice atto di riconoscenza, anzi di gratitudine: questa vita mortale è, nonostante i suoi travagli, i suoi oscuri misteri, le sue sofferenze, la sua fatale caducità, un fatto bellissimo, un prodigio sempre originale e commovente; un avvenimento degno d’essere cantato in gaudio, e in gloria: la vita, la vita dell’uomo!

Né meno degno d’esaltazione e di felice stupore è il quadro che circonda la vita dell’uomo: questo mondo immenso, misterioso, magnifico, questo universo dalle mille forze, dalle mille leggi, dalle mille bellezze, dalle mille profondità. È un panorama incantevole. Pare prodigalità senza misura. Assale, a questo sguardo quasi retrospettivo, il rammarico di non averlo ammirato abbastanza questo quadro, dì non aver osservato quanto meritavano le meraviglie della natura, le ricchezze sorprendenti del macrocosmo e del microcosmo.

Perché non ho studiato abbastanza, esplorato, ammirato la stanza nella quale la vita si svolge? Quale imperdonabile distrazione, quale riprovevole superficialità! Tuttavia, almeno in extremis, si deve riconoscere che quel mondo, che è stato fatto per mezzo di Lui, è stupendo. Ti saluto e ti celebro all’ultimo istante, sì, con immensa ammirazione; e, come si diceva, con gratitudine: tutto è dono; dietro la vita, dietro la natura, l’universo, sta la Sapienza; e poi, lo dirò in questo commiato luminoso, sta l’Amore!

La scena del mondo è un disegno, oggi tuttora incomprensibile per la sua maggior parte, d’un Dio Creatore, che si chiama il Padre nostro che sta nei cieli! Grazie, o Dio, grazie e gloria a Te, o Padre! In questo ultimo sguardo mi accorgo che questa scena affascinante e misteriosa è un riverbero, è un riflesso della prima ed unica Luce; è una rivelazione naturale d’una straordinaria ricchezza e bellezza, la quale doveva essere una iniziazione, un preludio, un anticipo, un invito alla visione dell’invisibile Sole, che nessuno ha mai visto, il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, Lui lo ha rivelato". 

(Paolo VI)

La Grande Sfida del nostro Tempo

Non potendo riconoscere la nostra umanità negli altri, siamo condannati a ignorare la nostra.  (Carlos Fuentes) 

Qualche giorno fa sul "Corriere della Sera", ho letto un illuminante articolo di Mauro Magatti intitolato: "Politica e Religione, il patto che preoccupa la Chiesa". L'articolo affronta il problema recente della strumentalizzazione della religione e dei simboli religiosi da parte di leader politici destrosi e sovranisti.

Romano Guardini, il più importante teologo del 900 ci ha insegnato che la vita sociale tende a strutturarsi attorno a delle polarità irriducibili, mai superate del tutto. Polarizzazioni ed estremismi che ritornano di continuo oscillando da un estremo all'altro.

Veniamo da una stagione affascinata dal mito relativista nella quale si è fatta passare l'idea che per essere liberi si debba necessariamente sciogliere ogni legame, obbligazione o appartenenza. Il pensiero dominante di questa società progressista e laicizzata è stato caratterizzato dalla volontà di superare ogni dogma e certezza morale, in favore dell'autoaffermazione della piena libertà individuale, verso un definitivo affrancamento dalle religioni.

Le premesse di un tale modello si sono svelate ovviamente false e questo non può essere che un bene, ma oggi rischiamo di cadere esattamente in estremismi di segno opposto; 
Come dice Dante Alighieri, il contrario di un errore non è la verità ma l'errore di segno contrario. La verità è il sentiero stretto fra due errori di segno contrario.

La politica torna in campo marcando confini e facendo leva sull'identità religiosa. Stiamo assistendo, a livello internazionale, alla nascita di un'alleanza fra partiti conservatori, identità nazionali e fede religiosa. In questo tempo di grandi cambiamenti, la nuova destra che sta emergendo in tutto il mondo fa esplicito riferimento ai valori cristiani come uno dei punti qualificanti della propria azione.

Come la laicizzazione radicale è fallace così la nuova fase basata sulla rinnovata alleanza tra politica e religione potrebbe avere gravi conseguenze.

"Né il modello cosmopolita della società tecnica globale, radicalmente individualizzata e laicizzata, né la reazione basata sul ritorno di un nesso diretto tra politica e religione sono capaci di suonare questo spartito, che è poi uno dei segreti dell'occidente cristiano. Ma è lì che occorre guardare. Per il bene della società, dello Stato, della Chiesa."

Questa è la grande sfida del nostro tempo, percorrere il sentiero stretto della bellezza tra due errori di segno contrario.

I poteri forti condizionano le masse con un duplice fine il consumo e il consenso. E gli artisti oggi che fanno?
Per lo più si adeguano.

Oggi più di ieri dobbiamo riflettere sulle parole del filosofo tedesco Josef Pieper: 

"E' possibile evitare che l'uomo si converta in un consumatore totalmente passivo di articoli prodotti in massa, in un discepolo docile e sottomesso di fronte a qualsiasi slogan strombazzato dai dirigenti e dai potenti della nostra società?".

In arte come in politica dobbiamo fuggire l'errore di pensare che la più alta ricompensa sia il consenso. 
L'artista oggi, spesso e volentieri, non combatte i pregiudizi
per affermare un ideale autentico, ma si disinteressa degli 
altri per affermare se stesso, per giunta secondo gli standard della società dei consumi in cui vive.

Chi è l'artista nel nostro immaginario collettivo? L'artista è colui che esce dagli schemi, colui che sa liberarsi da peso della cultura dominante, che sa vivere in proprio rompendo con tutte le convenzioni, le ipocrisie, le gabbie di normalità che gravano come macigni su tutte le società. 
Quali sono allora, mi chiedo, gli schemi che oggi devo rompere, quali le convenzioni e le gabbie di normalità da cui mi devo affrancare per rimanere libero come artista?

Sto leggendo l'ultimo libro di Tzvetan Todorov, critico letterario e storico di origini bulgare, che s'intitola "L'arte nella tempesta" o nella versione francese "iI trionfo dell'artista". Il libro affronta la vicenda degli artisti russi all'epoca della rivoluzione d'Ottobre.

Scrive Todorov: "I detentori del potere sono capaci di annientare quelli che vogliono sottomettere, ma non hanno alcuna presa sui valori estetici, etici, spirituali, provenienti dalle opere prodotte da questi artisti...Senza queste opere l'umanità non potrebbe sopravvivere, nè allora nè oggi. E' qui il trionfo dei fragili eroi del nostro racconto".

Valori estetici, etici e spirituali senza i quali l'umanità non potrebbe sopravvivere; da qui vorrei ripartissimo, dalla bellezza attraverso la quale il mondo si salva, affermiamo ed amiamo la bellezza, in essa s'incarna il senso della vita che non perisce, si tratta di salvare l'umano nell'uomo, di salvare il senso stesso della vita umana contro il caos e l'assurdo.

Voglio concludere ancora con le parole di Josef Pieper:

"Come può l'uomo preservare il fondamento della sua dimensione spirituale?Coloro che non sono capaci di vedere la realtà con i propri occhi, sono allo stesso modo incapaci  di ascoltare in una forma corretta.

Cosa possiamo dunque proporre al riguardo? Una visione più profonda e recettiva, una coscienza più intensa, una comprensione più acuta e perspicace, un'apertura maggiormente paziente verso le realtà silenziose e discrete, un nuovo sguardo verso ciò che prima si trascurava...affinchè l'uomo aumenti la sua capacità di vedere, per arrivare a percepire con occhi nuovi l'abbondante ricchezza di tutta la realtà visibile".
















Insieme gli artisti sono più belli

Progetto Lunga Vita Festival Estate Romana 2018,

performance di pittura 

SperimentAZIONI curata da Violetta Carpino
con la partecipazione di Ascanio Celestini.

Insieme gli artisti siamo più belli:

















sperimentAZIONI Estate Romana 2018


NUOVA EDIZIONE DI PROGETTO LUNGA VITA FESTIVAL
ESTATE ROMANA 2018
Domenica 15 Luglio dalle 16:00 alle 20:00, quindici artisti, selezionati da Violetta Carpino (pittrice e curatrice dell'evento) realizzeranno opere di live painting ispirate al titolo del Festival. 
Parteciperanno: Francesco Astiaso Garcia, Alessandra Carloni, Franco Durelli, Flavia Fanara, Kenji, Lac 68, Tina Loiodice, Anna Lombardi, Marta Quercioli, Antonio Perrotta, Ivano Petrucci, phOBOs, Luana Romano, Daniele Roncaccia, Flavio T. Petricca.


Da venerdì 13 a venerdì 20 luglio 2018, l’Accademia Nazionale di Danza sul colle Aventino si trasforma per la prima volta in un polo di incontro intitolato a tutte le arti della scena e non solo: otto giorni di eventi non stop dedicati al Mito e al Contemporaneo, inseriti in una cornice architettonica e paesaggistica ideale. La terrazza e il giardino del sito ospiteranno maratone di pittura, esposizioni e meeting, mentre sul palcoscenico si alterneranno gli spettacoli in cartellone e – grazie alla Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio – il pubblico italiano e internazionale che nella stagione estiva affolla la zona archeologica potrà visitare, in via straordinaria e gratuita, l’adiacente Mitreo di Santa Prisca.

Accademia Nazionale di Danza_1 (1)PROGETTO LUNGA VITA FESTIVAL 2018




E gli artisti oggi che fanno?



I poteri forti condizionano le masse con un duplice fine il consumo e il consenso. E gli artisti oggi che fanno? per lo più si adeguano.

Oggi più di ieri dobbiamo riflettere sulle parole del filosofo tedesco Josef Pieper: "E' possibile evitare che l'uomo si converta in un consumatore totalmente passivo di articoli prodotti in massa, in un discepolo docile e sottomesso di fronte a qualsiasi slogan strombazzato dai dirigenti e dai potenti della nostra società?".

In arte come in politica dobbiamo fuggire l'errore di pensare che la più alta ricompensa sia il consenso. Non possiamo continuare a strizzare l'occhio al pubblico sempre preoccupati su cosa dire e cosa fare per cavalcare l'onda del momento, e illuderci di continuare ad essere artisti!
L'artista oggi, spesso e volentieri, non combatte i pregiudizi per affermare un ideale autentico, ma si disinteressa degli altri per affermare se stesso, per giunta secondo gli standard della società dei consumi in cui vive.

L'onore non coincide con la reputazione; l'onore dipende dalle virtù della persona, non da quello che pensano gli altri. La nostra società senza onore, è basata sulla reputazione; Indossare pantaloni firmati Armani, appendere nel proprio salone un Dalì e bere Chardonnay per molti è più importante di vestire bene, arredare la casa con gusto e godersi un buon vino. Mi tornano spesso in mente le parole di Karl Popper: "Abbiamo bisogno di un'etica che disprezzi il successo".

Chi è l'artista nel nostro immaginario collettivo? L'artista è colui che esce dagli schemi, colui che sa liberarsi da peso della cultura dominante, che sa vivere in proprio rompendo con tutte le convenzioni, le ipocrisie, le gabbie di normalità che gravano come macigni su tutte le società. Quali sono allora, mi chiedo, gli schemi che oggi devo rompere, quali le convenzioni e le gabbie di normalità da cui mi devo affrancare per rimanere libero come artista?

Sto leggendo l'ultimo libro di Tzvetan Todorov, critico letterario e storico di origini bulgare, che s'intitola "L'arte nella tempesta" o nella versione francese "iI trionfo dell'artista". Il libro affronta la vicenda degli artisti russi all'epoca della rivoluzione d'Ottobre.

Scrive Todorov: "I detentori del potere sono capaci di annientare quelli che vogliono sottomettere, ma non hanno alcuna presa sui valori estetici, etici, spirituali, provenienti dalle opere prodotte da questi artisti...Senza queste opere l'umanità non potrebbe sopravvivere, nè allora nè oggi. E' qui il trionfo dei fragili eroi del nostro racconto".

Valori estetici, etici e spirituali senza i quali l'umanità non potrebbe sopravvivere; da qui vorrei ripartissimo, dalla bellezza attraverso la quale il mondo si salva, affermiamo ed amiamo la bellezza, in essa s'incarna il senso della vita che non perisce, si tratta di salvare l'umano nell'uomo, di salvare il senso stesso della vita umana contro il caos e l'assurdo.

Voglio concludere ancora con le parole di Josef Pieper:
"Come può l'uomo preservare il fondamento della sua dimensione spirituale? Coloro che non sono capaci di vedere la realtà con i propri occhi, sono allo stesso modo incapaci  di ascoltare in una forma corretta.
Cosa possiamo dunque proporre al riguardo? Una visione più profonda e recettiva, una coscienza più intensa, una comprensione più acuta e perspicace, un'apertura maggiormente paziente verso le realtà silenziose e discrete, un nuovo sguardo verso ciò che prima si trascurava...affinchè l'uomo aumenti la sua capacità di vedere, per arrivare a percepire con occhi nuovi l'abbondante ricchezza di tutta la realtà visibile".


AUTORITRATTO