Concerto - Mostra




L’ E T E R N O  F E M M I N I N O
in Musica e in Pittura

venerdì 15 Luglio ore 21.00 – Piazza di S. Egidio 10

Mostra di Francesco Astiaso Garcia con la partecipazione di
Maria Josè Ruiz-Cabello, Otello Visconti e Lucia Casbarra

Ingresso gratuito



La musica e la bellezza sono capaci di distoglierci dall’ affarismo materiale che sempre ci circonda, ci abbassa e ci toglie la gioia; la musica ci scuote, ci strappa alla rassegnazione, all’accomodamento del quotidiano e ci spinge verso l’alto.
La gioia che scaturisce dalla vera bellezza ci guarisce dal ripiegamento in noi stessi.
Evgenij Trubeckoj scrive che "l' icona non è un ritratto ma un prototipo della futura umanità trasfigurata"; e Pavel Florenskij sottolinea che lo scopo dell' arte è sollevare l'umanità verso il mondo spirituale: se questo non si attua nella valutazione o nella sensibilità di chi guarda, l'arte resterà solo "una remota sensazione dell'oltremondo, come le alghe ancora odorose di iodio testimoniano del mare".

La funzione guaritrice della bellezza emerge sin dai tempi antichi.
Nel primo libro di Samuele, al re Saul viene proposta una terapia musicale di fronte ai turbamenti di spirito. Per Saul trovarono un cantore d’ eccezione che sarebbe divenuto il suo successore.
“Quando dunque lo spirito sovrumano investiva Saul, Davide prendeva in mano la cetra e suonava: Saul si calmava e si sentiva meglio e lo spirito cattivo si ritirava da lui.”

Siamo circondati da gente che non ha più nulla da cantare forse perché ha smesso anche di sorridere.
Archiviato ogni legame trascendente, verso l’alto e verso l’altro, prigioniero del proprio individualismo, l’ uomo moderno non trova più cetre in grado di scuoterlo dal torpore.
Forse il più grande dei mali di oggi, prima ancora del cancro o della lebbra è la depressione, la nausea, il non senso o male di vivere.

Siamo capaci di gridare quando la nostra squadra segna un goal e non siamo capaci di uscire dal nostro contegno ed emozionarci come bambini davanti alla bellezza del mondo.

L’arte e la musica esprimono la lode , ma l’uomo moderno ne è divenuto incapace, imprigionato in quell’ affarismo materiale che sempre ci circonda e ci abbassa, ci toglie la gioia.
Persino un ateo radicale come Emil Cioran era strattonato dalla musica verso Dio:
"Quando voi ascoltate Bach, vedete nascere Dio...Dopo un oratorio, una cantata o una Passione, Dio deve esistere...Pensare che tanti teologi e filosofi hanno sprecato notti e giorni a cercare prove dell'esistenza di Dio, dimenticando la sola!"

Dobbiamo fare di tutto perché il mondo ricominci a cantare risvegliandosi dalla tristezza e ritrovi il cammino verso la nobiltà d'animo, la verità e la bellezza.
Scrive Chesterton : "La dignità dell' artista sta nel suo dovere di tenere vivo il senso di meraviglia del mondo; il mondo non perirà per mancanza di meraviglie, il mondo perirà per mancanza di meraviglia."

Gli artisti sono come emissari di un altro
mondo; diffondono la notizia di un altro regno mediante le loro opere.
Ascoltando la musica piangiamo,
perchè la musica ci lascia scorgere l'enigma della riconciliazione infinita
che non viviamo ancora, ma a cui aneliamo dal profondo del cuore.
Rivela le ferite irrisolte, le questioni in sospeso, le incongruenze
e incoerenze della vita. La musica guarda ad un ideale di ricongiungimento,
di rincontro amoroso. La musica ci fa percepire l'assenza di bontà, di unità,
di bellezza e di armonia che è nel mondo, che è nel nostro essere e,
avvertendo questa assenza, scoppiamo a piangere.
L' assenza è ciò che non c'è ma che c'era. (F. Torralba)