Angelo Caduto (Nostalgia di Dio)

"... Ah, quante volte allora ho desiderato volare con le ali della gru che mi stava sorvolando fino alle rive del mare sconfinato, bere da quel calice spumeggiante di infinito l'esaltante voluttà della vita e solo per un attimo sentire nelle poche energie del mio petto una stilla di beatitudine dell'essere che in sé crea tutto fuori da sé. "

Circa 12 anni fa ho letto per la prima volta queste meravigliose parole di Goethe; provai una profonda commozione che mi spinse fino alla gratitudine verso un uomo che senza conoscermi dimostrava di capirmi profondamente.

Aveva colto uno degli aspetti che più ha caratterizzato la mia giovinezza: la nostalgia di Dio, la nostalgia di una pienezza di vita che mi appariva sempre come un lontano miraggio.

Dopo aver letto Goethe, quella notte stessa, ho dipinto accanto al mio letto un murales intitolato : Angelo Caduto, (Nostalgia di Dio), si trova tuttora nella casa a Santa Severa dei miei nonni dove dormivo allora d' Estate.

Solamente molti anni dopo ho capito che Dio non avrebbe mai messo nel nostro cuore il desiderio di volare se non ci avesse fornito allo stesso tempo un paio di ali.
L'animo umano è abitato dal desiderio di trascendere tutti i limiti, la bellezza è fragile custode di questo insopprimibile anelito.







Walt Dysney alla Biennale di Venezia

Anche quest'anno sono stato alla Biennale di Venezia perchè credo sia doveroso per un'artista guardarsi intorno e cercare di capire cosa succede nell'ambito contemporaneo internazionale delle arti.

Non voglio entrare in merito di giudizio circa la qualità delle opere in esposizione, è noto che alla Biennale di Venezia partecipino i più grandi artisti rappresentati dai loro capolavori indiscutibili ma è noto anche che non sempre siano i meriti e il valore a determinare la scelta o l'esclusione degli artisti.

Quello che più mi preme invece affrontare è una riflessione sull'inquietudine e il malessere trasmesso da moltissime delle opere presenti alla Biennale indipendentemente dalla loro qualità e dalla loro genialità, vera o presunta.

Oggi troppi artisti comunicano attraverso il proprio lavoro desolazione, mancanza di speranza, frustrazione, cinismo, disincanto e turbamento.

E' sempre più rara l'opera d'arte capace di far sognare, di risvegliare nobili ideali e sane aspirazioni, l'opera d' arte che ci spinge ad amare la vita e immaginare un mondo migliore dove non siamo vittime ne carnefici ma  protagonisti di uno scenario che ci invita a scuotere routine e indifferenza per poter vivere la nostra esistenza in pienezza con ardore ed entusiasmo!

Come mai uscendo dal cinema dopo aver visto un cartone animato della Walt Disney ci sentiamo migliori e più leggeri mentre uscendo dalla Biennale ci portiamo addosso una certa pesantezza accompagnata da smarrimento e sconcerto?

Non ho intenzione di provare a dare una risposta però senza imbarazzo aggiungo che sento nostalgia per l'arte al servizio dei sogni capace di incoraggiare la fantasia e provocare negli adulti la stessa emozione, lo stesso trasporto e lo stesso incanto che un cartone animato della Walt Diney provoca nei bambini.