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Trascrizione del discorso di presentazione del libro Epifanie, presso l'Università Gregoriana il 7 giugno 2019
ITALIA – CINA
Buongiorno a tutti, e grazie del vostro tempo, grazie agli amici
cinesi che hanno fatto un lungo viaggio per essere qui e ci onorano con la loro
presenza. Siete venuti da Shanghai, questo è il segno più concreto del vostro
desiderio di incontro e di dialogo.
Vorrei sottolineare le parole che il vostro Presidente Xi Jinping
ha rivolto al popolo italiano di fronte al Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella qualche mese fa:
"SIAMO PRONTI insieme
alla controparte italiana, a stringere ancora di più i contatti in ambito
umanistico-culturale. Il popolo cinese è ansioso di unire le forze con gli
amici italiani per coltivare insieme il terreno dei rapporti bilaterali e far
si che si possa giungere ad una nuova e più ricca fioritura e che l'amicizia
tra Cina e Italia possa rinnovarsi costantemente".
Questo nostro incontro costituisce una preziosa occasione per
rinnovare l'amicizia tradizionale tra Italia e la Cina nel rispetto reciproco,
e con la volontà di apprendere l'uno dall'altro. Come insegna Padre Matteo
Ricci che è l'anima e il grande ispiratore di questo convegno.
Il popolo cinese e il popolo italiano hanno sempre mostrato un
grande interesse nello studio della cultura l'uno dell'altro. Anche per questa
ragione sono onorato di esporre con l’artista YANG DONGBAI.
Non temiamo le differenze tra Oriente e Occidente; Non sono le
differenze a dividerci ma la paura delle differenze; nella diversità, l'audacia
creativa trova stimoli e ispirazioni per il futuro pacifico dei popoli, senza
tralasciare nessuna fonte di saggezza, perchè come dice Eraclito: "Da
elementi che discordano si ha la più bella armonia".
Come artista so bene che la bellezza più alta non nasce
dall'assenza di contrasti bensì dall'equilibrio di contrasti, dalla loro
armonia e coesistenza. La bellezza è sempre frutto di relazioni.
Il dialogo è costruito su tre orientamenti fondamentali, il dovere
dell'identità, il coraggio dell'alterità e la sincerità dell'intenzione!
IL PROGETTO EPIFANIE
In questo libro pubblico delle foto che ho fatto nel corso di oltre
quindici anni, in più di sessanta paesi di quattro continenti, ricercando e
studiando la logica che accomuna la bellezza nella natura. In fondo tutti i
grandi valori della saggezza cinese si basano sull’osservazione delle leggi
della natura e dell’universo, sulla ricerca del significato di una vita buona
in armonioso rapporto con la natura. La bellezza della natura è un argomento di
studio e interesse che accomuna Italia e Cina.
Le immagini sono accompagnate da testi e riflessioni di autori atei
e credenti, occidentali e orientali che si interrogano sul significato della
Bellezza e intuiscono dietro la sua manifestazione un cammino privilegiato
verso Dio e il senso ultimo dell'esistenza. Provenendo da tradizioni e da idee
diverse, i testi favoriscono una visione globale e una comprensione reciproca
più profonda. E' importante superare i pregiudizi per non tralasciare nessuna
fonte di saggezza.
Epifanie è il titolo che ho scelto per questo libro, un’epifania è
una rivelazione spirituale che ci porta oltre l’apparenza delle cose, ci
introduce alla contemplazione e può condurci fino alla lode.
L'esempio più luminoso di contemplazione e lode per me è sempre
stato San Francesco d'Assisi; San Francesco ha cantato in poesia le meraviglie
della natura, io desidero farlo con le immagini. Mi piace considerare questo
libro come un progetto di pace e di bellezza, un Cantico delle Creature
visivo;
Qualcuno di voi potrebbe chiedersi, con tutti i problemi concreti
che ci sono nel mondo: l'immigrazione, i porti chiusi, l'iva, lo spread... noi
siamo qui a parlare di bellezza e di San Francesco?
Eppure sono convinto che oggi più di ieri c'è una necessità urgente
di parlare di bellezza, scrive il grande intellettuale cinese François Cheng:
"In questi tempi di
miserie onnipresenti, violenze cieche, catastrofi naturali o ecologiche,
parlare di bellezza può sembrare incongruo, sconveniente o persino
provocatorio. La bellezza comporta la presa in carico del dolore del mondo,
un'esigenza estrema di dignità, di compassione e di senso della giustizia.
Senza dubbio la bellezza può aiutarci a riflettere sul mistero di un Dio
creatore della vita, nella misura in cui la bellezza ci comunica che l'universo
non è semplicemente un dono assurdo, ma che si manifesta come un dono
glorioso..."
François Cheng, il cui nome cinese significa "Colui che
comprende l'unità" sottolinea che l'universo e la sua bellezza non sono
frutto del caso ma di una sapienza amorevole che fa bene ogni cosa, non un
assurdo dunque ma un dono glorioso.
Così anche il Salmo 18 dice che Il creato, tramite la bellezza
annuncia la sapienza e la presenza del Creatore, senza parole, senza che se ne
possa udire la voce. Non tutti gli uomini però conservano la capacità di vedere
il creato e riconoscervi l’impronta di Dio, perciò sono necessari gli artisti
che ci aiutano ad entrare nella contemplazione del mistero, a riconoscere la
Bellezza, ad ascoltarne la voce.
Innumerevoli scienziati e artisti, studiando e osservando la
natura, hanno scorto in tutte le sue sfaccettature le impronte digitali del
Deus Absconditus, del Dio che si cela e al contempo si rivela, lasciando
tracce, indizi, segnali della sua creazione.
Un bagliore del mistero divino è presente in tutto ciò che esiste,
lo vediamo risplendere in un papavero, in una farfalla, in un ramo; tutto
possiede una potenza rivelatrice!
L'esistenza è costantemente esposta al sacro ma la facoltà di
vedere dell'uomo è in declino. A volte neanche i prodigi più eclatanti sono in
grado di scuoterci dal torpore:
Ho assistito al parto dei miei tre figli, un’esperienza sufficiente
ad aprire il cielo.
Scrive Walter Benjamin: “La natura è un insieme di simboli e
geroglifici che il poeta interpreta e traduce, egli è il decifratore del
linguaggio segreto dell’Universo”.
È compito del poeta allora impedire che le persone diano il mondo
per scontato.
La dignità dell'artista consiste nel suo dovere di tenere vivo il
senso della meraviglia del mondo, dice Chesterton, il mondo non perirà per
mancanza di meraviglie, il mondo perirà per mancanza di meraviglia, di stupore,
di quella capacità di emozionarsi tipica dei bambini, dei pazzi e qualche volta
degli artisti.
Una delle definizioni di bellezza che più mi ha colpito è stata
quella del noto fisico e scienziato Antonino Zichichi; curiosamente quello che
ha detto mi è rimasto impresso più di tante parole di artisti, teologi o
filosofi:
“La bellezza del creato è la
prova che non siamo figli del caos... in cosa consiste la bellezza del creato?
Nelle leggi fondamentali della natura, nella logica che noi decifriamo”. La
bellezza è la logica che decifriamo dallo studio delle leggi della natura,
qualcosa che ha dunque a vedere più con la matematica che con il gusto, le mode
o i manifesti teorici. È questo il linguaggio segreto dell’Universo, l'impronta
digitale del Deus Absconditus, la logica che accomuna scienziati e artisti, la
logica che decifriamo dalle leggi fondamentali della natura di cui parla
Zichichi.
Qualcosa quindi di estremamente oggettivo, concreto e
universale.
Matteo Ricci scrisse però che solo l'uomo spirituale sa leggere il
grande libro del cielo e della terra.
LA BELLEZZA
Si racconta di un tale che chiese a Confucio quale sarebbe stato il
primo provvedimento se fosse stato al governo...egli rispose: "Restituirò
ai nomi il loro significato".
Accogliendo l’ispirazione di Confucio, oggi vorrei provare con voi
a restituire il significato alla parola bellezza, usata e abusata e spesso
banalizzata.
Tutti gli esseri umani percepiscono la bellezza e ne rimangono
attratti, indipendentemente dall'epoca, luogo, religione o ceto sociale
appartengano.
La bellezza esiste nel mondo a prescindere da noi, ma la sua
percezione non può avvenire senza di noi e la nostra attiva partecipazione. La
nostra partecipazione può essere più o meno superficiale, più o meno profonda.
L'autentica esperienza estetica non si limita al piacere dei sensi,
a ciò che è eccitante, ci spinge oltre, a volte ci ferisce, ci invita a
cambiare vita, ci coinvolge e ci sconvolge.
Contemplando la natura percepiamo un ordine che la bellezza
rappresenta, un'eco che ci spinge al desiderio di essergli conforme.
La bellezza è sempre una scoperta, un evento, un'epifania, qualcosa
che accade, un incontro tra la nostra anima e il mondo.
La verità che abita nell'uomo interiore è la medesima logica da cui
proviene ed è retto il mondo. La risonanza tra la legge che si scopre in sé e
la legge che governa il mondo, produce un'emozione profonda, un'esperienza
estetica, questa è l'Epifania che ci lascia intuire il legame imprescindibile
tra la verità e la bellezza.
La bellezza suscita in noi la nostalgia di un'esistenza più
perfetta, ci ricorda che alle nostre vite qualcosa manca, qualcosa che non è
possibile colmare con l'abbondanza materiale.
Il de-siderio è la manifestazione della nostra mancanza di cielo,
della nostalgia di vita e di pienezza che ogni uomo sente. Abbiamo bisogno di
riscoprire il Sacro (nel lessico cinese Shen Sheng), superare la tiepidezza
spirituale, svegliare il desiderio sopito di Dio; La bellezza suscita il
desiderio di Dio, ci spinge a metterci in cammino e ci porta a scoprire il
nostro comune destino;
Sembrano concetti un pò astratti a parlarne, vorrei aiutarmi
leggendo le splendide parole di Francesc Torralba che spiega molto meglio di me
la nostalgia dell'uomo e il suo rapporto con la bellezza, Torralba parla anche della musica come esperienza
estetica:
"La bellezza racchiude
una promessa, evoca un desiderio, comunica
una speranza. In un certo
senso gli artisti sono come emissari di un altro
mondo; diffondono la notizia
di un altro regno mediante le loro opere.
Ci spingono ad elevarci, a
incamminarci verso la terra promessa,
a trascendere lo spazio e il
tempo. Ascoltando la musica piangiamo,
perchè la musica ci lascia
scorgere l'enigma della riconciliazione infinita
che non viviamo ancora, ma a
cui aneliamo dal profondo del cuore.
Rivela le ferite irrisolte,
le questioni in sospeso, le incongruenze
e incoerenze della vita. La
musica guarda ad un ideale di ricongiungimento,
di rincontro amoroso. La
musica ci fa percepire l'assenza di bontà, di unità,
di bellezza e di armonia che
è nel mondo, che è nel nostro essere e,
avvertendo questa assenza, scoppiamo a
piangere.
L'assenza è ciò che non c'è
ma che c'era".
Tutti dobbiamo sentirci coinvolti nel favorire la ricerca globale
di senso e di felicità, questa ricerca passa per la bellezza.
Tanti filosofi hanno rappresentato la vita come un viaggio la cui
meta è la verità e la cui via maestra è la bellezza; la bellezza dunque è la
via, non la meta.
Il termine cinese tao, significa via, strada, cammino; L'essenza
del taoismo è l'essere in cammino, percorrere le strade del mondo verso Dio;
esiste quindi un rapporto molto stretto e interconnesso tra la via
pulcrhitudinis e il taoismo.
E’ fondamentale salvaguardare l’impronta spirituale che ha sempre
contraddistinto la Cina e l'Italia, voglio leggervi uno splendido testo
dell'antico filosofo cinese Mo-Tzu che penso possa fare molto bene anche a
tanti cattolici italiani:
"L'uomo, attraverso il
colloquio con la Natura entra in armonia con il mondo, allora non esistono più
il cinese, l'arabo, l'europeo, l'americano, la vita si trasforma in esistenza e
ogni cosa che si vive si trasforma in luce e poi in anima e non esiste più
l'Oriente, l'Occidente, il Nord, il Sud... La filosofia cinese ha spesso capito
il linguaggio dell'Universo, il linguaggio dell'Anima. La Cina è un grande
Paese, è un grande insegnamento. Ma i cinesi non sempre sanno vivere la loro
filosofia. E' difficile. Vivere significa entrare in tutta la Natura, e
nell'Universo e scoprire la grandezza di Dio. Quando siete tristi, depressi,
stanchi, svogliati, rivolgete il vostro sguardo al Cielo, all'Universo. La
Verità vi romperà dentro. Forse vi farà piangere, forse vi farà ridere, forse
vi farà discutere, ma ricordatevi che è la Verità e la Verità unisce l'Oriente
e l'Occidente. La Verità unisce tutti e tutto".
La Verità unisce l'Oriente e l'Occidente. La Verità unisce tutti e
tutto, quanto sono belle e importanti queste parole! Lavorando questi ultimi
anni al libro "Epifanie" sono rimasto impressionato dalla profonda
comunione di pensiero di illustri personaggi orientali e occidentali, antichi o
contemporanei, cristiani, confuciani o taoisti. Quando si cerca la verità,
mossi da uno spirito autentico, senza pregiudizi, anche se si giunge a
conclusioni diverse, queste conclusioni hanno tra loro qualcosa di molto
profondo che le accomuna tutte! Credo che la possibilità di scorgere questo
sottile filo rosso sia il contributo più significativo di questo libro.
Sono tante le risonanze e le visioni che accomunano Oriente ed
Occidente, tra queste una che mi ha colpito in modo speciale è la profonda
sintonia tra il concetto di Armonia nella Tradizione Cinese e l'idea di
Ecologia Integrale di Papa Francesco.
ECOLOGIA INTEGRALE e
l'ARMONIA nella tradizione Cinese.
Tutto è connesso, questo è il messaggio fondamentale della Laudato
sii; il grido della terra è anche il grido dei poveri i quali pagano il prezzo
più alto dello sfruttamento incontrollato delle risorse e dell'inquinamento.
Laozi e gli antichi filosofi cinesi sostenevano lo stesso oltre
2.500 anni fa: tutto è intrinsecamente correlato e interdipendente.
L'armonia secondo le antiche tradizioni cinesi, riguarda tanto
l'estetica quanto l'etica. Questo equilibrio è necessario per la stabilità
sociale, familiare, politica e universale. Estetica ed etica devono sempre
camminare insieme, L'estetica senza etica diviene estetismo, l'etica senza
estetica diviene moralismo; occorre tenere insieme queste dimensioni per
custodire l'integrità della vita. L'armonia è indispensabile per produrre
bellezza nell'arte, ma anche per agire secondo giustizia, per la ricerca del
bene comune nella politica.
Nel "libro dei Riti" (Liji), i principi che organizzano
la società, l'universo morale e il cosmo sono profondamente legati. C'è un'importante
relazione tra l'ordine morale e sociale e il rapporto con la nostra casa
comune.
Non esistono perciò due crisi separate: una sociale e una
ambientale, c'è una sola unica e complessa crisi socio-ambientale. Per questo
non possiamo separare la cura dei poveri dalla cura della casa comune. Dobbiamo
riflettere sull'interdipendenza di tutti gli esseri umani e agire insieme, con
un comune senso di corresponsabilità, per affrontare il grave degrado umano,
etico e sociale del mondo; le sole misure tecniche ed economiche non sono
sufficienti al superamento della cultura dello scarto. E' insufficiente anche
la sola pedagogia ecologica.
Ha scritto Papa Francesco nella Laudato sii’: “Non ci sarà una nuova relazione con la natura senza un essere umano
nuovo. Non c’è ecologia senza un’adeguata antropologia”.
Dobbiamo fuggire quindi l'ambientalismo ideologico che vede
nell'uomo la causa di ogni male e teorizza come rimedio la denatalità. Tutti
dobbiamo sentirci interpellati sull'identità e sul destino della nostra casa
comune, sulla sua armonia vitale e sul suo futuro ma dobbiamo guardarci bene
dall'ambientalismo che oppone dialetticamente uomo e natura; la grande sfida è
quella di giungere ad accordare ecologia ambientale ed ecologia umana. Occorre
camminare insieme verso una rivoluzione antropologica che parli il linguaggio
della fraternità, al servizio della vita, della dignità umana e della tutela
del creato.
Non possiamo sottovalutare la dimensione spirituale della
conversione ecologica, esiste un intimo rapporto tra Dio, l'uomo e l'ambiente,
anche se ovunque questa relazione appare minacciata.
"E' urgente recuperare i
diversi livelli dell'equilibrio ecologico: quello interiore con se stessi, quello
solidale con gli altri, quello naturale con tutti gli esseri viventi, quello
spirituale con Dio" Papa Francesco
SALVEZZA
Questa trasformazione personale interiore è il primo passo
necessario che permette la trasformazione del mondo.
Chi si è lasciato trasformare il cuore riacquista la libertà in
Dio, trova la pace e la bellezza comincia ad esistere anche intorno a lui. Ciò
rappresenta l'inizio di un processo. Il
rapporto con il mondo sfocia in una nuova creazione, in cui, grazie all'uomo
redento, il mondo partecipa a tale redenzione. Questa liberazione trasforma
tutti i rapporti. Solo un uomo redento potrà vivere relazioni redente!
Quante relazioni ferite intorno a noi, quante persone non trovano
soluzione alle loro fragilità, quanta divisione, quanta ostilità, chiusura e
pregiudizio. Quante persone tristi, sole...quante persone depresse.
C'è un immenso e universale bisogno di salvezza, ma cosa vuol dire
salvezza?
Molti sono persuasi che l'uomo preso in sé stesso è già buono,
bello e fortunato, sicché non ha affatto bisogno di salvezza personale: non c'è
bisogno di cambiare i cuori.
Per molti la salvezza dell’uomo si limita ad una salvezza
esteriore, che cioè si risolva in un mutamento delle strutture e delle
condizioni sociali, politiche e culturali.
Ma tutto questo non basta! Forse ci illudiamo, ma in fondo lo
sappiamo!
Occorre la bellezza per non sprofondare nella disperazione. Cosa
c'entra la bellezza con la salvezza? Dov'è il rapporto tra bellezza e salvezza?
Tutti conosciamo bene la famosa espressione di Dostoewskij "la
bellezza salverà il mondo", ma in che senso la bellezza salva, come ci
salva?
Sarebbe interessante se io chiedessi ad ognuno di voi: E' vero che
la bellezza salva il mondo? e in che modo secondo te?...non è facile
rispondere...ci provo a dare una risposta.
Fare esperienza di autentica bellezza significa scoprire di far
parte di una sorte più elevata che ci spinge ad un desiderio integrale di vita
giusta e ci aiuta a riconoscere la nostra divina somiglianza, il nostro comune
destino e la dignità di ogni persona.
La bellezza risveglia la nostra anima, la nostra vita spirituale e
questo ci salva dal non senso e dal nichilismo, dall'avidità insaziabile, dalla
sete di dominio e oppressione, ci salva dal materialismo e dall'affarismo
quotidiano che ci toglie la gioia, ci salva dalla separazione e dalla chiusura
verso gli altri in un mondo dove la logica identitaria è sempre più marcata e
minacciosa.
E' grave la diffusione e banalizzazione dell'egoismo e della
chiusura a cui siamo arrivati...è ancora più grave che anche tanti cattolici
sono ingannati su questo: "Prima gli Americani", "Prima gli
Italiani", Prima io, Prima io...ma basta! Siamo cristiani! Com'è possibile
che ci facciamo fregare così!
Scrive Evgenij Trubeckoj:
"Dov'è la bellezza per
cui il mondo si salva, qual'è la potenza
medicinale della bellezza?
Nella difficile lotta che conduciamo in mezzo
alle tribolazioni senza
numero, che la forza della bellezza sia per noi
fonte di conforto e di
coraggio! Affermiamo e amiamo la bellezza!
In essa s'incarna il senso
della vita che non perisce.
L'uomo non può restare
semplicemente uomo: deve trascendersi
o piombare nell'abisso. Tutto
questo dà la misura della grande
lotta che stiamo conducendo;
si tratta di salvare l'umano nell'uomo,
di salvare il senso stesso
della vita umana contro il caos montante e l'assurdo".
Oggi si parla tanto della necessità urgente di salvare la natura
dall'uomo, la piccola Greta non parla d'altro, è andata anche dal Papa a dire
questo, lo ha detto anche al Parlamento Europeo...personalmente sono convinto
che per salvare la natura dall'uomo occorra salvare innanzitutto la natura
dell'uomo, riscoprendone la dignità, l'anima, l'eternità, la divina
somiglianza; Occorre proteggere l'uomo dalla distruzione di se stesso; solo
così si potrà pensare di liberare il pianeta dalla sua avidità insaziabile, da
odio e inimicizia. Custodire il creato significa custodirne la bellezza.
Questo libro, attraverso un percorso estetico-contemplativo, ci
invita ad un cammino di risalita dalla bellezza sensibile fino alla sorgente
della bellezza, dalla natura alla grazia!
Ci invita a passare dal Fiore al Frutto, dalla bellezza del fiore,
alla bellezza del frutto cioè all'Amore. L'amore è la bellezza per cui il mondo
si salva, la bellezza che schiude la visione del Cielo dentro di noi e intorno
a noi;
Oggi siamo alla vigilia della vigilia di Pentecoste, il mio augurio
è questo:
Lasciamoci sedurre dalla più alta Bellezza, la vera grande bellezza
che supera la legge ed il dovere ed entra nella dimensione della gratuità.
Lasciamoci sedurre dalla bellezza che unisce l'oriente e l'occidente, dalla
verità che unisce tutto e tutti.
La ricerca della verità e della bellezza trascende i confini delle
nazioni, ci porta oltre la paura e la divisione e una volta superati i
pregiudizi ci lascia intuire il pensiero di Dio all'alba della creazione in
attesa di “Cieli Nuovi e Terra Nuova dove avrà stabile dimora la giustizia”.
Questa è la grande speranza a cui siamo chiamati, la sola, unica,
grande speranza a cui ogni uomo è chiamato! (Francesco Astiaso Garcia)