Quando penso allo scorrere del
tempo e alla fugacità della bellezza sempre mi torna in mente la casa di cura a
Madrid dove mio nonno ha dovuto trascorrere gli ultimi due anni della sua vita.
Un giorno entrando nella
residenza, rimasi colpito da una bellissima mostra di fotografie in bianco e
nero esposte lungo tutto il corridoio che conduceva alla grande sala dove gli
anziani ospiti trascorrevano la maggior parte del tempo.
Tutte le fotografie
rappresentavano volti di uomini e donne nel fiore della giovinezza, quanta
bellezza in quegli occhi brillanti, in quei sorrisi pieni di fiducia, di sogni
e di speranze.
Sono rimasto a lungo ad
ammirare quelle foto sbiadite dal tempo, finché, giunto quasi alla fine del corridoio, chiesi curioso ad un’infermiera chi fosse l’autore di quelle fotografie e chi
fossero i soggetti rappresentati, mi rispose sorridendo: “le persone ritratte
sono i nostri ospiti quando avevano all’incirca vent’anni…se guardi bene c’è
pure tuo nonno”.
Nel frattempo ero arrivato, aperta la porta del salone, eccoli lì quei ragazzi e quelle ragazze, 60 o 70 anni dopo, la maggior parte di loro in sedie a rotelle, ripiegati sotto il peso degli anni e della malattia…com’erano cambiati quei volti, com’erano diversi quegli occhi segnati dalle prove della vita, quanto velocemente era svanita la bellezza della giovinezza, quanto superficiale e vano il mio narcisismo.
La bellezza della giovinezza è forse proprio questa: un attimo fugace in cui ci illudiamo di essere eterni!