La mia Prima Icona

Nell' estate del 99 mio padre mi ha presentato Vivien, una pittrice di icone libanese; con i suoi grandi occhi neri, avvolta in lunghi abiti colorati come fosse una maga, mi ispirò subito simpatia.


Ogni mattina andavo a trovarla e lei mi insegnava sempre qualcosa di nuovo
sul significato e le tecniche delle icone.

Il suo studio sembrava il laboratorio di un' alchimista:
barattoli di pigmenti di ogni natura,  sottilissime lamine d' oro zecchino, gomma lacca, colla di coniglio e gesso riempivano ogni angolo. 

L' odore dell' essenza di trementina impregnava l' atelier di aromi che mescolati al profumo dell'olio e dell' incenso davano una senso liturgico, ero come immerso in un tempio.

Durante il lavoro ascoltavamo sempre Musica Sacra, ci aiutava ad entrare nel mistero delle immagini divine che dipingevamo.

Giorno dopo giorno ho cominciato a capire che dipingere icone era molto di più che rappresentare   
i Santi o la Vergine con il bambino, era piuttosto aprire una finestra sul cielo e provare a guardare oltre le nuvole.

Ero appena un adolescente ma quei giorni sono stati per me molto importanti!

Questa è stata la prima icona che ho dipinto nella mia vita, un Angelo.


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