La Bellezza, i Fiori del Male e la Carità

Una volta ho letto:


DANDY 
(Photo Copyright Francesco Astiaso Garcia) 
"Ogni dono che Dio dà all’uomo è accompagnato da una verga che come unico scopo ha l’auto-flagellazione"


Il mondo è pieno di artisti inchiodati alla loro tavolozza come i servi alla gleba.

Quanti Dandy chiusi dentro alla loro divisa di fierezza e solitudine perdono la gioia di vivere e la bellezza della relazione con gli altri!



Non è forse la nostra vocazione artistica una chiamata alla libertà di vita e d’espressione?

Ma perché? Non siamo totalmente liberi di vivere e gestire il nostro talento?



La Falena
(Photo Copyright Francesco Astiaso Garcia)


Baudelaire, principe dei "poeti maledetti" scrive nel suo “Inno alla Bellezza” tratto da “I Fiori del Male”:
” …vola al tuo lume la falena accecata, crepita, arde e loda il fuoco onde soccombe…”

L’artista di cui parla Baudelaire è la falena, una falena notturna, talmente attratta dalla luce del lume del bello che non può fare a meno di avvicinarsi e avvicinarsi fino a bruciare e morire nell’estasi contemplativa, sacrificando tutto per seguire la bellezza. L'uomo è definito dalla sua tensione verso l'infinito, verso la felicità e dal suo limite, dalla sua fragilità; è come un angelo caduto che ricorda il Cielo e lo cerca appassionatamente!

L’arte e in generale il talento in ogni campo è una cosa bellissima però deve essere gestita, dominata … mai dobbiamo arrivare a sacrificare l’amore, la pace e la comunione.

Non è la vita che serve l’arte, è l’arte che serve la vita
Questo me lo ha detto una volta un poeta " benedetto", un vero apostolo della bellezza e non me lo sono scordato più!



Prigionieri della bellezza
(Photo Copyright Francesco Astiaso Garcia)
Come alternativa a questa sindrome di Dorian Grey in cui ci troviamo schiavizzati dal nostro narcisismo che ci impedisce di essere felici,
vi propongo un altro Inno, un Inno alla Bellezza, questa volta con la B maiuscola,

L’Inno alla Carità di San Paolo Apostolo, tra le parole più belle mai state scritte:

"Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,
ma non avessi la carità,
sarei un bronzo risonante o un cembalo squillante.


Se avessi il dono della profezia
e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza
e avessi tutta la fede in modo da spostare le montagne,
ma non avessi la carità,
non sarei nulla.


Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri,
se dessi il mio corpo per essere arso,
e non avessi la carità,
non mi gioverebbe a nulla.


La carità è paziente,
è benigna la carità;la carità non invidia, non si vanta,
non si gonfia, non manca di rispetto,
non cerca il proprio interesse, non si adira,
non tiene conto del male ricevuto,
ma si compiace della verità;tutto tollera, tutto crede,

tutto spera, tutto sopporta".

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