Tutti conosciamo bene la famosa espressione di Dostoewskij “la bellezza
salverà il mondo“, ma in che senso la bellezza salva, come ci salva?
Abbiamo bisogno di essere salvati? Se si, da cosa?
Scrive Evgenij Trubeckoj:
“Dov’è la bellezza per cui il mondo si salva, qual’è la potenza medicinale della bellezza? Nella difficile lotta che conduciamo in mezzo alle tribolazioni senza numero, che la forza della bellezza sia per noi fonte di conforto e di coraggio! Affermiamo e amiamo la bellezza! In essa s’incarna il senso della vita che non perisce.
L’uomo non può restare semplicemente uomo: deve trascendersi o piombare nell’abisso. Tutto questo dà la misura della grande lotta che stiamo conducendo; si tratta di salvare l’umano nell’uomo, di salvare il senso stesso della vita umana contro il caos montante e l’assurdo“.
La contemplazione
della bellezza tocca le corde più intime e più vere degli animi e porta con sé una
forza trasformatrice e creatrice, una forza che attraverso la trasformazione
del cuore e dello sguardo trasforma realmente anche il mondo; perciò credo
nella necessità urgente di ritrovare uno sguardo contemplativo che ci permetta
di vedere e di capire l’interdipendenza degli uomini e il loro comune destino.
Questa trasformazione personale
interiore è il primo passo necessario per la trasformazione del mondo. Chi si è
lasciato trasformare il cuore riacquista la libertà in Dio, trova la pace e la
bellezza comincia ad esistere anche intorno a lui. Ciò rappresenta l’inizio di
un processo. Il rapporto con il mondo sfocia in una nuova creazione, in
cui, grazie all’uomo redento, il mondo partecipa a tale redenzione. Questa
liberazione trasforma tutti i rapporti.
Fare esperienza di
autentica bellezza significa scoprire di far parte di una sorte più elevata che ci
spinge ad un desiderio integrale di vita giusta e ci aiuta a riconoscere la
nostra divina somiglianza, il nostro comune destino e la dignità di ogni
persona. La bellezza può curare il nostro sguardo malato che non ci permette di
vedere tutto come un dono offerto per scoprirci amati. La gratitudine ci porta
al rispetto e alla cura verso la nostra casa comune e verso i nostri fratelli,
coinquilini del mondo. In questo senso la bellezza ci salva; Custodire il
creato significa custodirne la bellezza.
L’esistenza è costantemente esposta al
sacro ma la facoltà di vedere dell’uomo è in declino; abbiamo perso lo sguardo
contemplativo sul mondo, lo sguardo capace di aprire una finestra sull’eternità
e di unire tutto e tutti.
La bellezza risveglia la nostra anima, la nostra vita spirituale e questo ci salva dal non senso e dal nichilismo, dall’avidità insaziabile, dalla sete di dominio e oppressione, ci salva dal materialismo e dall’affarismo quotidiano che ci toglie la gioia, ci salva dalla separazione e dalla chiusura verso gli altri in un mondo dove la logica identitaria è sempre più marcata e minacciosa.
Tutti gli uomini si interrogano sul
significato ultimo della Bellezza e possono intuire dietro la sua
manifestazione un cammino privilegiato verso Dio.
L’amore è la bellezza per cui il mondo si salva, IL SALE DELLA TERRA che schiude la visione del Cielo dentro di noi e intorno a noi. Solo sanando il profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell'uomo si può sperare di sanare il profondo squilibrio di cui soffre il mondo.
“Un mondo che contiene bellezza è un
mondo in cui la vita è degna di essere vissuta. Di fronte al dolore,
all’imperfezione e alla transitorietà delle nostre affezioni e delle nostre
gioie all’arte chiediamo di rassicurarci sulla sensatezza della vita in questo
mondo e sulla redenzione della sofferenza. Ogni giorno, sotto i nostri occhi,
si succedono delusioni, orrori e insensatezze, l’arte ci deve ricordare che la
vita umana non è una beffa, una storia insulsa di nascita e decadimento.
Nella povertà del
dubbio e della desolazione, dobbiamo poterci ancora aggrappare alla prospettiva
della bellezza…e molto spesso le più belle opere d’arte emergono proprio dalla
desolazione, accendono una luce nell’oscurità e mostrano l’amore che agisce nel
mezzo della distruzione…La bellezza risveglia in noi la nostalgia di
un’esistenza più perfetta. La bellezza ci ricorda che alle nostre
esistenze qualcosa manca, qualcosa che non è possibile colmare con l’abbondanza
materiale”. (Roger Scruton)
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