Dove si Nasconde la Grazia?

Questa mattina ho trovato su internet una riproduzione della famosa icona del Cammino Neocatecumenale dipinta dal pittore spagnolo Kiko Arguello.

Il confronto tra questi due dipinti ci offre l'occasione di interrogarci sul senso della bellezza e della grazia. 


Cosa distingue veramente l'icona originale dalla copia in questione?

L'autore della riproduzione, sfoggiando una buona tecnica, sembra aver voluto eliminare presunte "imperfezioni", ne risulta una immagine della madonna e del bambino molto “perfettina”, "pulita" e carammelosa che non conserva nulla della grazia dell’icona originale.

A questo punto è d'obbligo la domanda: dove si nasconde la grazia? Come si manifesta l’arte?

Troppi pittori si illudono che per dipingere un’opera d’arte sia sufficiente saper usare matite e pennelli affinché le linee siano corrette, le sfumature morbide e le forme pulite; ma l'arte è un'altra cosa, penso che il confronto di queste due icone sia molto esemplificativo al riguardo.
Quanta confusione si fa quando si parla di tecnica, la tecnica in pittura non è la somma delle nozioni sulla teoria del colore o del disegno, così intesa rischia solo di essere controproducente all'arte.

Anche parlare di una "buona mano" non ha molto senso, basti pensare che Renoir realizzò alcuni dei suoi maggiori capolavori durante l'ultimo periodo della sua vita, quando a causa di un'artrite reumatoide, che deformò le mani, le braccia e le spalle dell'artista, fu costretto a legarsi i pennelli alle dita, ormai ripiegate su stesse. 

Quando sorprendentemente il caos si organizza e si relaziona armoniosamente come per miracolo appare l’arte, non ci sono ricette, non ci sono trucchi, per farlo occorre essere un’artista.














2 commenti:

  1. Da artista, ho sempre pensato che ci sia un momento originale e originario che chiamerei "folgorazione" artistica. Può anche essere definito "ispirazione" o epifania o in altre terminologie. E' quando ti sovviene l'immagine o l'idea di quello che vuoi creare. Nella mente e nell'intelletto (cuore e anima) dell'artista si manifesta come un flash ed è perfetto. Poi gli step successivi sono quelli di "tentare" di riprodurre la cosa più fedelmente possibile a come ti era apparsa. Ecco che nel renderla "reale" vi si aggiunge in qualche modo l'imperfezione che caratterizza la condizione (ed il conseguente talento, seppure elevato) umana.
    Il modo singolare con cui l'artista cerca di veicolare al suo pubblico la sua epifania, il filtro che l'artista è, rispetto alla idea perfetta impressa nel suo animo, è ciò che rende l'"IDEA" successivamente ARTE.
    Il primo quadro è sofferto, tenero, scavato, interiore, folgorante, espressivo ed espressionista, profondo, in poche parole originale perché vissuto in prima persona. Il secondo...è un esercizio...

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    1. Quando dici il primo quadro è sofferto penso proprio che tocchi il centro della questione, la creazione artistica passa per un travaglio che tu descrivi molto bene, senza travaglio non c'è nascita!Grazie per le tue considerazioni

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