La forza inarrestabile ed ascendente del generale Cascino

 


Con i miei figli a Piazza Armerina, ai piedi del maestoso monumento dedicato al mio prozio, il grande patriota Antonino Cascino, di cui mia madre porta il cognome.

"Siate la valanga che sale. Non c’è sosta se non sulla cima", ripeteva ai suoi uomini.
Un’esortazione potente, un invito a rovesciare l’inerzia del declino, trasformando la forza della caduta in slancio verso l’alto.

Quando ero bambino, mio nonno Silvio mi raccontava spesso – con voce prima calma, poi sempre più vibrante di orgoglio – la storia di suo zio, il Generale Antonio Cascino, comandante valoroso che diede la vita in battaglia durante la Prima Guerra Mondiale.

“Il tuo prozio, caro Francesco, è stato un autentico patriota.
Il 15 settembre 1917, ferito gravemente in battaglia, rifiutò il ricovero pur di restare alla guida della sua divisione. Con la sua sola presenza, assicurò la tenuta della posizione e la salvezza dei suoi uomini sotto il fuoco dell’artiglieria austro-ungarica”.

Il suo eroismo fu riconosciuto con la Medaglia d’Oro al Valor Militare, con questa motivazione:

«Nobile figura di condottiero e di soldato, diede costante e mirabile esempio di ardimento e di valore alle truppe della sua divisione, recandosi a condividere con esse, sulle prime linee, tutte le vicende della lotta. Gravemente ferito da proiettile nemico, volle ancora mantenere il comando, finché ebbe assolto il suo compito della giornata, stoicamente sopportando il dolore della ferita,
che poi lo condusse a morte.»

Oggi è riconosciuto come un eroe nazionale. A lui sono state dedicate scuole, caserme, piazze.
Il nonno mi diceva sempre:
“Francesco, devi essere fiero che tua madre porti il nome Cascino, e devi tramandare questa storia ai tuoi figli.”

E così ho fatto. Ho dipinto due quadri in suo onore.
Ho scritto una canzone che ora insegno a mio figlio e ai miei nipotini.
Ah, se nonno li potesse sentire cantare!
Sarebbe così fiero di sapere che, dopo tre o quattro generazioni, ancora ricordiamo e trasmettiamo questa storia di coraggio e di amore per la patria.

Cari figli miei, siate anche voi forza inarrestabile e ascendente.
Siate la valanga che sale.

 










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