L'Esperienza Estetica che Apre i Polmoni

BREATH  di Francesco Astiaso Garcia ©
                     

                                                BREATH  di Francesco Astiaso Garcia ©


"Sottovalutare il coronavirus è un crimine". Sono le parole di Monsignor Dario Olivero. Il vescovo di Pinerolo muove dalla sua esperienza di malato per arrivare con la riflessione all’esperienza estetica, che può allargare altri “polmoni”, certamente non meno reali:

Sono stato a lungo intubato a causa del Coronavirus. Il respiro, questo atto così normale da sembrare ovvio, era diventato un desiderio acceso, un sogno, quasi un miraggio. Prima dell’intubazione, dentro il “casco”, a poco a poco il respiro si faceva flebile. La possibilità di finire in apnea diventava più vera a ogni respiro. E con l’apnea faceva capolino la morte, questa compagna insonne e sorda. Finisce il respiro, tutto diventa buio, una porta si chiude. Per fortuna i dottori e le “macchine” mi hanno riportato in vita. A poco a poco ho ripreso a respirare.

Sono tornato al mondo. E ogni giorno mi stupisco di questo evento meraviglioso: il respiro. E mi stupisco del dono vitale dell’aria. Sta lì, ovunque attorno a me, gratuitamente. Abbiamo bisogno di respirare per vivere. Non solo fisicamente.

La nostra anima ha bisogno di respirare per vivere. L’arte ci aiuta a respirare. Apre squarci. Attrae gli occhi e rimanda oltre.

Ha ragione Massimo Recalcati a dire: «È forse diventato un vero e proprio tabù ricordare oggi che l’opera d’arte, come sanno bene tutti i grandi artisti, intrattiene sempre un rapporto con l’assoluto, con l’irraffigurabile, con tutto ciò con cui non è possibile stabilire alcun rapporto? Nella storia dell’arte il nome di questo “assoluto” è stato tradotto in modi diversi… ma in ciascuna di queste traduzioni si può ritrovare l’idea dell’opera d’arte come ponte che conduce al mistero delle cose.

Vedere qualcosa di bello fa trattenere il respiro per farci meglio respirare. Per farci intuire che c’è qualcosa di bello al mondo. Che c’è un senso a tutto questo. Assaliti dalla pandemia e dalle sue conseguenze ci sentiamo fragili, precari, impauriti. La paura rosicchia la nostra capacità di fiducia: negli altri, nelle istituzioni, nel futuro. L’arte ci attrae con attimi di bellezza. Per farci sentire vivi, felici di respirare.

                                                                                                           Mons. Dario Olivero

                                                                                                                              



Nessun commento:

Posta un commento