L'Arte Moderna spiegata da mio figlio

Ieri pomeriggio  ho portato mio figlio Francisco Eusebio a visitare, per la prima volta, la Galleria Nazionale d'Arte Moderna; 

E' stata un'esperienza bellissima e inaspettata, sono entrato con l'idea di introdurlo all'arte contemporanea e invece è stato lui, con i suoi occhi da bambino di quattro anni e i suoi commenti spontanei a mostrarmi come nuove le opere dei grandi del 900 aiutandomi a dimenticare anni di studi. 

Devo dire che prima di ieri non avevo mai incontrato un critico d'arte così diretto e spietato; al termine della visita ho cominciato anche io a vedere l'arte in un modo nuovo, sicuramente più genuino, semplice e sopratutto meno condizionato.

Vi regalo alcune delle sue osservazioni critiche rivolte ad alcuni degli artisti intoccabili presenti in mostra:



         Fontana è un'opera ready-made realizzata dall'artista Marcel Duchamp nel 1917.

                         Francisco: Papà anche io devo fare pipì.





                     Edwin Parker, Jr., noto come Cy Twombly è stato un pittore statunitense,
                     conosciuto per il suo modo di sfuocare la linea tra disegno e pittura.

                     Francisco: papà questo l' ho fatto io a scuola mia





                      Fontana giunge alla sua poetica delle opere più famose (i tagli sulla tela), nel 1958, meditando la lezione del barocco, in cui, come egli scrisse le figure pare abbandonino il piano e continuino nello spazio.

Francisco: Guarda questo papà, l'hanno tagliato con le forbici.




I quadri specchianti costituiscono il fondamento dell’opera di Pistoletto, sia della sua successiva produzione e attività artistica, sia della riflessione teorica nella quale egli costantemente ad essi ritorna per approfondirne il significato e svilupparne le implicazioni.


Francisco: Togliti che non vedo... non si toglie questo qui.





Pascali presenta sempre le sue opere in modo scenografico e i Bachi da setola ben si prestano a dominare lo spazio con  forme morbide e variabili, un’invasione pacifica di elementi naturali creati artificialmente; l’artista ancora una volta si muove su diversi piani incrociando linguaggio e oggettualità.


Francisco: Papà questi sono di mamma, portiamoli a casa.






Oggetto delle combustioni di Burri divennero prima il legno e poi la plastica, che in quegli anni era il simbolo di una nuova civiltà fondata sul consumo, di un accesso al benessere aperto – cosa mai accaduta prima – alle masse.

Francisco: Nooooo, si è bruciato col fuoco. Scotta papà?





L’artista belga Berlinde De Bruyckere,  espone due opere intitolate “We are all Flesh”, in cui delle carcasse di cavalli pendono da supporti appesi alle pareti. 


Francisco: Gli hanno fatto la bua, andiamo via.





La carrozzeria dell'automobile a posto della tela e della cornice. L'artista americano John Chamberlain ha lasciato il suo segno nella storia dell'arte contemporanea internazionale con le sue sculture realizzate anziché con materiali pregiati, con carcasse di vecchie auto. 

Francisco: Noooo, questa si è rotta papà, come la macchina di nonno.





Ruota di bicicletta è un'opera realizzata dallo scultore francese dadaista Marcel Duchamp nel 1913 a New York. Dopo aver scelto questi due oggetti d’uso comune e averne annullato la funzione pratica, impose al sistema dell’arte di considerarli da un punto di vista estetico-concettuale. Duchamp, con questa azione, mise in discussione la definizione stessa di arte e dell’intero processo creativo.


Francisco:Papà perchè la bicicletta mia è salita sulla sedia?





Arrivederci alla prossima visita



4 commenti:

  1. Ha ragione Francisco Eusebio,piccolo,ma deciso,senza la minima malizia ha detto ciò che pensa. Se io metto uno strofinaccio sporco in un secchio della'acqua,due tre mosche dentro per addobbarlo,la posso chiamare OPERA D'ARTE? Francisco Eusebio, anch'io la prima opera l'avevo presa per la tazza del bagno.

    RispondiElimina