PER SEMPRE - L' Adozione a Figli




Il progetto culturale “Per Sempre” di Gabriele Zanolli è molto più di una semplice mostra di pittura: è la testimonianza viva di una famiglia che ha il merito di indagare il significato dell’essere figli, svelando nel contempo il senso più alto e autentico della genitorialità. Le vere opere d’arte nascono sempre dalla carne viva dell’esistenza, intrecciandosi alle gioie e alle sofferenze dell’umanità. Senza questa connessione, l’arte si svuota e si sradica, come alghe strappate alla corrente: ancora impregnate di iodio, ma ormai lontane dal respiro del mare.

Quella di Gabriele e Lucia è un’esperienza unica e, allo stesso tempo, condivisa da tante famiglie che, come loro, hanno scelto la via dell’adozione, compiendo un grande atto di amore, generosità e accoglienza che trasforma per sempre la vita.  Nel tempo in cui tutto sembra destinato al consumo veloce, oggetti, relazioni, persino i sentimenti, l’artista ci invita a riscoprire l’autenticità di ciò che dura: la bellezza che nasce dall'accoglienza, capace di unire la fragilità della carne allo splendore del cielo. Un’esperienza profondamente umana e, insieme, radicalmente spirituale. Gabriele non si limita a raccontare la propria esperienza di adozione in modo autoreferenziale. Con profonda sensibilità, apre il suo racconto visivo a un orizzonte più ampio, accogliendo le storie di tanti altri bambini e bambine che, in modo misterioso e commovente, hanno incrociato il cammino di sua figlia Alexia presso la Casa Famiglia. Ne nasce un intreccio di volti, destini e speranze che rende ancora più universale e toccante la sua testimonianza.


Con talento e sensibilità, l’artista coglie su tela l’essenza di questi bambini, ricercando la purezza della sintesi senza mai perdere di vista l’unicità irripetibile di ciascuno. A testimonianza di questa individualità, accosta con delicatezza le linee del disegno a fondi di colore ogni volta diversi, dando vita a una vibrante armonia cromatica di rara raffinatezza. Particolarmente significativa è la scelta stilistica di lasciare alcune parti del volto intenzionalmente incompiute, invitando lo spettatore a completare l’opera con il proprio sguardo interiore. Come afferma Paul Claudel: «La poesia non è fatta di queste lettere che pianto come chiodi, ma del bianco che resta sulla carta». Ciò che accomuna infine tutti i ritratti è la veste bianca indossata dai bambini: simbolo di purezza e innocenza, ma anche, come spiega l’artista, emblema di una storia ancora tutta da scrivere. I suoi dipinti, caratterizzati da un'estetica squisitamente contemporanea, interpellano ciascuno di noi, senza moralismi, giudizi o ammonimenti. Lo fanno attraverso una testimonianza tanto semplice quanto disarmante, capace di attrarre e commuovere. Una testimonianza che parla il linguaggio della fiducia e dell’abbandono, della donazione e della gratuità.

Gli occhi dei bambini dipinti da Gabriele ci osservano e ci interrogano nell’intimo. Il loro è uno sguardo puro, capace di cogliere tutto, limpido come uno specchio. Farsi guardare da quegli occhi è un’esperienza che tutti conosciamo: ci tocca nel profondo, ci scuote, e ci costringe a un silenzioso esame di coscienza. È come se quegli sguardi ci ponessero domande antiche e fondamentali: Chi siamo? Da dove veniamo? Dove stiamo andando? Domande che nessun uomo può ignorare, perché rimandano al senso ultimo dell’esistenza. Eppure, oggi sembriamo aver smarrito la direzione. Abbiamo messo da parte le grandi domande per inseguire mode fugaci, piaceri effimeri e il culto del benessere immediato. Una cosa è certa, non può esserci vera bellezza senza la piena consapevolezza del valore inestimabile di ogni persona. La bellezza è il faro che illumina la dignità, la fragilità e la sacralità di ogni essere umano. Perché tutto ciò che è autenticamente umano ci riguarda e ci appartiene...per sempre!

Qual è il vero senso del lavoro di un'artista? Se continuiamo a considerarlo come un semplice decoratore incaricato di dipingere quadri in armonia con il colore delle tende o dei cuscini del salotto, restiamo prigionieri di una visione riduttiva e svilente dell’arte. L’arte non è un lusso, né un passatempo colto riservato a pochi: non è oggetto d’élite per chi può permetterselo. Spesso sono gli stessi artisti, forse per stanchezza o rassegnazione, a perpetuare questa idea distorta, dimenticando la loro dignità e la missione profonda che li abita. L’arte è molto di più: è visione, è verità, è una forza viva capace di scuotere le coscienze e trasformare il mondo. È sotto gli occhi di tutti: l’arte, sempre più spesso, viene assorbita in un vasto progetto globale di intrattenimento e distrazione. Eppure, con questa iniziativa culturale, Gabriele restituisce all’arte la sua forza originaria e il suo potere trasformativo, facendone nuovamente uno strumento vivo di riflessione sociale e di autentica connessione umana. Al centro della sua proposta torna a risplendere il cuore pulsante dell’arte: la vita dell’uomo.



In un’epoca segnata da grida sorde e da un bullismo dilagante, dove le urla parlano soltanto allo stomaco, avvertiamo il bisogno profondo di melodie silenziose che sappiano toccare il cuore e restituirci umanità, storie e testimonianze che ci riconducano al senso e ci aprano squarci di luce nel buio delle nostre notti. Questo è il grande merito del lavoro di Gabriele Zanolli, le sue opere ci invitano a riscoprire l’arte come voce e luce, come un grido di libertà capace di illuminare l’esistenza e orientare l’umanità. In un tempo segnato da guerre, crisi climatiche ed economiche, la mostra "Per Sempre" si offre come un balsamo di bellezza e speranza, una fiamma che rischiara il buio e ci ricorda che la luce è ancora possibile. È l' invito a farci custodi della vita, là dove siamo chiamati, a non aver paura di scelte coraggiose e definitive, l'invito a passare da un'esistenza artigianale fatta di cause ed effetti, alla vita sperimentata come arte, vissuta come un'opera ispirata, aperta alla gratuità della grazia.

Questo è il compito più urgente del nostro tempo: trasformare la bellezza in vita vissuta. L’arte non può restare confinata sulla tela: deve farsi linguaggio vivo, generare incontro e solidarietà tra gli uomini. Gabriele come un vero artista non si limita a creare bellezza, ma la semina nel cuore della realtà, servendo la vita con la sua opera; allora l’arte stessa assume un valore universale e condiviso, capace di avvicinarci a qualcosa o Qualcuno più grande.

Francesco Astiaso Garcia

 



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