" IN NOI LE STELLE "
Incontro tra Arte e Psicologia
di Benedetto e Francesco Astiaso Garcia
Il collettivo disagio della società contemporanea, il senso di solitudine, ansia e impotenza verso il futuro ci ha spinti a pensare a questo incontro tra Arte e Scienza Psicologica, non tanto per provare a fornire risposte, ma piuttosto per stimolare la ricerca di nuovi significati, nella speranza di poter essere parte attiva e creativa nel sostegno di questa nostra società ferita.
La situazione di forte crisi politica, economica, morale e sociale contribuisce ad alimentare la sfiducia e il senso di smarrimento verso un avvenire che si prospetta sempre più incerto e scoraggiante. La storia sta dando segni di disarmante involuzione, assistiamo a logiche di disgregazione, scarto e dominio, si stanno indebolendo i sentimenti di appartenenza ad una medesima umanità; il mondo è minacciato e diviso, la conflittualità invade tutti i settori della società e sembra inasprirsi di giorno in giorno; dai singoli individui, alle relazioni intra-familiari, fino ad arrivare al rapporto tra gli Stati.
L’epoca attuale, disorientata e priva di un senso della rotta, sembra incarnare sempre maggiormente quanto asserito da Lucio Seneca “non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”; come maldestri pattinatori su un ghiaccio sottile, riteniamo che la velocità sia la nostra unica speranza di salvezza, divenendo incapaci di tollerare noi stessi ed il mondo che ci circonda.
Quale antidoto offrire a questa degenerazione relazionale? Nell’ora in cui rintocca il buio, come scrive Victor Hugo, la notte può lasciare in noi le stelle!
Nella lingua cinese la parola disperazione coincide con la parola occasione, ogni crisi rappresenta una grande opportunità, una maschera che cade rivelando i nostri artifici e le nostre illusioni. La Crisi attuale ci spinge a ripensare la vita e il mondo; la ferita assume l’accezione di indispensabile strumento finalizzato alla sopravvivenza della propria psiche, dal momento che annichilisce l’effimera onnipotenza del perfetto. Conoscere sé stessi, e soprattutto, le proprie ferite, rappresenta la condizione necessaria per compiere l’atto rivoluzionario di scegliere la speranza, in un’epoca disperata. Che ne facciamo delle nostre ferite? E' possibile trasformare i nostri dolori in fori di luce?
Arte e Psicologia possono aiutarci davvero in questa ricerca di senso, bellezza e unità? In un mondo sempre più spoglio di umanità, tanto l’artista quanto lo psicologo possono fare propria la nota massima di Terenzio: “Niente di ciò che è umano mi è estraneo". Grande è il mistero dell'uomo e proprio in relazione a questo mistero, bellezza e psicologica, giocano un ruolo fondamentale per rivelare all'uomo la verità su sé stesso, solo conoscendo l'uomo possiamo prendercene cura.
Bisogna risvegliare nell'uomo la nostalgia di pienezza, di giustizia, di senso e di bellezza. Solo allora avverranno spontaneamente le riforme e i cambiamenti necessari per uscire dalle tante crisi del nostro tempo. Anche gli artisti e gli psicologi sono chiamati a dare acqua all’umanità, a far battere il cuore del mondo! Tutto ciò che è umano ci riguarda! Del resto, la felicità, come la bellezza, dipende dalle relazioni, dai nostri legami con gli altri, con noi stessi, con il pianeta. Saremo capaci di intercettare la domanda di senso, di bellezza e di felicità che abita il cuore degli uomini?