Fortezza di Grazia


Festeggiare undici anni di matrimonio sulla Grande Muraglia cinese è stato un dono del Cielo. Un’esperienza carica di significato. Forse un segno: anche l’amore, come la Muraglia, ha bisogno di solide fondamenta. Va custodito e protetto con pazienza, fedeltà e fiducia.

Il matrimonio è un cammino che chiede dedizione e cura, una chiamata a trasformare, con amore operoso, il deserto in giardino, il quotidiano in festa, la fatica in pace. Ma l’amore va anche protetto. Come scrive Rainer Maria Rilke, “due desideri infiniti si incontrano con due limiti infiniti”. Ed è lì che nasce la sfida più vera: riconoscere che l’amore non è un sogno che incanta, ma un’opera che si costruisce.

C’è chi dice che il matrimonio è la tomba dell’amore. Non è vero. Il tempo non è il nemico dell’amore, ma un'occasione per continue rinascite. La vera minaccia è l’egoismo e la visione romantica, fragile e superficiale dell’amore. L’amore autentico va protetto proprio da questo. Solo quando l’ho compreso, ho potuto sposarmi.

Ho letto parole splendide di Tolkien, rivolte al figlio, che mettono in guardia dall’idealizzazione dell’amore romantico:

“L’amore romantico distoglie dalle donne così come sono davvero: compagne nelle sfide della vita, non stelle-guida. Fa dimenticare i loro desideri, bisogni, fragilità. Incute l’illusione di un amore vero come esaltazione permanente, che non contempla il passare degli anni, i figli che arrivano, la vita di tutti i giorni... Quasi tutti i matrimoni, anche quelli felici, sono errori: nel senso che, quasi certamente, entrambi avrebbero potuto trovare compagni più adatti. Ma la vera anima gemella è quella che hai sposato.”

L’amore è una grazia. Un dono gratuito che non si conquista e non si merita, ma che tutti possiamo accogliere e vivere, desiderandolo profondamente e scegliendoci ogni giorno, con la grazia di Dio.












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