Fiat Lux

La pittura  mi spinge ad affrontare sempre nuove sfide,
nella costante ricerca di nuovi limiti e forme d’espressione.

Una di queste sfide è stata quella di dipingere "La Creazione della Luce", il FIAT LUX della Genesi, senza però ricorrere a illustrazioni simboliche del giorno e della notte, del sole e della luna.

Volevo dipingere la luce, non le cose o le persone illuminate dalla luce,
la luce stessa , la luce in se!

Partendo dalla tela bianca come poter dipingere un punto d’origine della luce più luminoso del bianco?
Come rendere l’idea della genesi, del movimento e dell’irradiazione della luce nello spazio?

Desideravo far entrare nella superficie limitata e concreta della tela una scintilla divina, il principio della Genesi a partire dalla quale è stato creato tutto l’Universo.

Questo quadro rappresenta il mio ambizioso tentativo:

IL PRINCIPIO DELLA GENESI ( Creazione della luce )

Dipingere ha in se qualcosa di miracoloso, qualcosa di alchemico che  permette agli artisti di essere associati a Dio e al mistero della creazione.

Pioggia su Tela

Qualche anno fa, desideroso di dipingere la pioggia mi chiedevo come poter rendere l' idea delle gocce,  dell' aerosità e del movimento, senza perdere in freschezza.

Una sera d' Estate stavo leggendo seduto sui gradini di una chiesa quando cominciò a piovere,
rimasi rapito ammirando le gocce che giungendo a terra coloravano il marciapiede di puntini più scuri fino a cambiarne completamente il colore.

Fu allora che pensai per la prima volta :
Chissà se la maniera migliore di dipingere la pioggia sia utilizzare la pioggia stessa!
Così  ho fatto un esperimento, ho aspettato che piovesse e alla prima occasione ho portato all' aperto delle tele bianche preparate appositamente.

Mi sono poi limitato a  depositare i pigmenti colorati sulla superficie ed  ho lasciato che la pioggia battente lasciasse la sua traccia mescolando i colori.
Ho assistito ad uno spettacolo meraviglioso, solo ho dovuto avere la premura di riportare le tele al coperto prima che fosse troppo tardi e la pioggia asportasse del tutto i pigmenti dalla tela; ho ripetuto l' esperimento più volte e devo dire che sono usciti dei lavori molto belli!!

E' incredibile: in natura il caos sempre si ordina esteticamente!

Ho chiamato quella serie di dipinti: PIOGGIA SU TELA.

Tutto quello che legherete sulla terra sarà legato nel cielo

In occasione del matrimonio di mio fratello Benedetto ho disegnato questa  partecipazione di nozze.

Desideravo rappresentare qualcosa che simbolizzasse il matrimonio cristiano,
l' unione eterna degli sposi in Cristo,  l' amore terreno e l' amore celeste.
L'amore umano permette all' amore divino di incarnarsi e l' amore divino darà all' amore umano un carattere di maggiore profondità, purezza e limpidezza e un' intensità più grande, gli darà la cifra dell' eterno.
" Tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo"...queste sono le parole del Vangelo che mi hanno ispirato.
" La liana, se si intreccia con il tronco, arriva alla luce; legate il vostro amore all' amore divino, sarà sempre splendido". (card. Sarah)


Nuotare con gli Squali

Nuotare con gli squali è stata una delle emozioni più grandi della mia vita!!

Avevo sentito parlare di un isolotto selvaggio dell' arcipelago Thailandese intorno al quale vivono e si riproducono tanti esemplari di squalo Toro e di squalo Balena a non molte ore di barca dall' Isola di Kopanghan.

L' impresa più difficile è stata trovare quattro impavidi avventurieri sprezzanti del pericolo disposti ad accompagnarmi per condividere l' ebbrezza di quelle emozioni che tolgono il respiro ma riempiono gli occhi e il cuore! 
Che esperienza quando la meraviglia si sposa con il terrore e l' euforia!!!

E’ una vita superficiale quella di una persona non ha almeno un paio di cicatrici.
(Garrison Keillor

Se non si rischiasse mai nella vita, Michelangelo avrebbe dipinto il pavimento della cappella Sistina.
(Neil Simon)

Quelli che ‘Amo le sfide’, ‘Il pericolo è il mio mestiere’, ‘Il rischio è la mia droga’ e poi al massimo li vedi stampare senza anteprima.
(dbric511, Twitter)

Coloro che non hanno mai rischiato riescono solo a scorgere la sconfitta degli altri.
(Paulo Coelho)

 



Pavimentales

Quando studiavo all' Accademia delle Belle Arti, insieme ad un amico artista,
ho partecipato ad un progetto dell' Assessorato alla Cultura di Roma che consisteva nel dipingere una strada di oltre ottanta metri di lunghezza, nel quartiere di Piramide con i bambini delle Scuole elementari.

Abbiamo accolto decine di bambini dai sei ai dieci anni; ogni ora arrivava una nuova classe che continuava il lavoro lasciato dalle classi precedenti.


Il Comune di Roma ci mise a disposizione tutto l'occorrente per realizzare il dipinto.
Così i bambini arrivando ,accompagnati dalle maestre, trovavano secchi di colore, pennelli, spugne rulli e stracci in grande quantità!

Era uno spettacolo vederli felici e pieni di entusiasmo... fremevano per poter iniziare a dipingere.
Io e Uttam, l'altro pittore, seguivamo i lavori come fossimo direttori d'orchestra ma i protagonisti assoluti erano i bambini;


 Il nostro desiderio era quello di favorire e incoraggiare la personale libertà d' espressione nel rispetto del lavoro di ciascuno senza perdere di vista l' unità dell' opera.

E' stato incredibile vedere come pur non avendo idea dell' arte moderna, la loro spontaneità e creatività , li ha avvicinati alle avanguardie più coraggiose dell' ultimo secolo!

Il nome dell' opera è stato dato dai bambini stessi: PAVIMENTALES.

 Disse un giorno un bambino : se la pittura sul muro si chiama murales,
la pittura sul pavimento dovrebbe chiamarsi pavimentales!






Africa Nera o Africa Colorata?

Nel 2006 ho trascorso l' Estate in Congo, lungo le sponde del lago Kivu, nei pressi di Goma.



Vivevo in un piccolo villaggio di case di fango  pieno di bambini!
Ogni mattina passeggiavo lungo la costa e mi fermavo a dipingere acquarelli nei posti dove la luce era più bella.

I bambini del villaggio mi seguivano fermandosi a guardare solo da lontano, senza avvicinarsi.

Quando mi accorgevo della loro presenza sorridevo e provavo ad interagire senza grandi risultati.
Con il passare dei giorni cominciarono ad avvicinarsi di più e poco a poco presero confidenza.
Erano stupiti e attratti dalla pittura, non credo avessero visto prima  colori e pennelli.

Una mattina, ho portato carta in gran quantità, quando arrivarono i bambini ho distribuito i fogli bianchi e li ho invitati a mescolare l' acqua con il colore e a tracciare i primi segni con il pennello sulla carta.



La meraviglia e la  gioia con la quale hanno dipinto mi ha riportato al vero senso dell' arte:
la necessità di espressione e di memoria che ci portiamo dentro dai tempi delle grotte di Altamira.

Da quel giorno ogni mattina che andavo a dipingere ritornavano i bambini del villaggio sempre più numerosi ed io sempre davo loro colori e fogli.



Non potevano dipingere tutti contemporaneamente perchè non c'erano abbastanza pennelli, allora a turno uno dipingeva, altri sostenevano i fogli come fossero un cavalletto, altri tenevano il bicchieri dell' acqua e lavavano i pennelli, qualcuno semplicemente guardava.

In poco tempo avevamo dato vita ad una vera e propria Scuola d' Arte per bambini nel cuore dell' Africa.

Io non parlavo una parola di Swahili ma in qualche modo riuscivamo a capirci attraverso il disegno e il colore.

E' stata un' esperienza indimenticabile!







La mia Prima Icona

Nell' estate del 99 mio padre mi ha presentato Vivien, una pittrice di icone libanese; con i suoi grandi occhi neri, avvolta in lunghi abiti colorati come fosse una maga, mi ispirò subito simpatia.


Ogni mattina andavo a trovarla e lei mi insegnava sempre qualcosa di nuovo
sul significato e le tecniche delle icone.

Il suo studio sembrava il laboratorio di un' alchimista:
barattoli di pigmenti di ogni natura,  sottilissime lamine d' oro zecchino, gomma lacca, colla di coniglio e gesso riempivano ogni angolo. 

L' odore dell' essenza di trementina impregnava l' atelier di aromi che mescolati al profumo dell'olio e dell' incenso davano una senso liturgico, ero come immerso in un tempio.

Durante il lavoro ascoltavamo sempre Musica Sacra, ci aiutava ad entrare nel mistero delle immagini divine che dipingevamo.

Giorno dopo giorno ho cominciato a capire che dipingere icone era molto di più che rappresentare   
i Santi o la Vergine con il bambino, era piuttosto aprire una finestra sul cielo e provare a guardare oltre le nuvole.

Ero appena un adolescente ma quei giorni sono stati per me molto importanti!

Questa è stata la prima icona che ho dipinto nella mia vita, un Angelo.


E' Sempre l' ora dell' Arte

Non ci sono momenti in cui essere creativi,
l' intera esistenza richiede creatività,
la creatività non deve essere circoscritta alla creazione artistica,
ogni momento è quello giusto per sognare ed essere fantasiosi,
è sempre l' ora dell' arte!


Se anche dipingessi come un angelo, ma non avessi la creatività, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E se avessi il dono della perfezione e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi una tecnica e una padronanza del disegno tale da far invidia a Raffaello, ma non avessi la creatività, non sono nulla.
E se anche fossi il pittore dei papi, e i principi bussassero alla mia porta affinchè dipingessi il loro ritratto, ma non avessi la creatività, non sarei un artista.

La creatività è fantasiosa, è feconda la creatività;rompe le regole la creatività, cerca regioni ancora inesplorate, non è mai banale, non ha paura di sorprendere, non cerca conferme, non si accontenta, non tiene conto delle certezze, non gode dell’ uniformità, ma si compiace della varietà.
Tutto cerca, tutto crede possibile, tutto valuta, tutto considera. La creatività non avrà mai fine. 


Roma Vestita da Sposa

Vi ricordate la storica nevicata di qualche anno fa?

Roma era come una bella donna il giorno del suo matrimonio, meravigliosa con il suo abito bianco!
Avrò scattato decine di foto:





I colori caldi del centro storico risaltavano luminosi per il contrasto con tanta neve.

Vicino ai Fori, ho trovato per terra una cartina di Roma dimenticata da un turista distratto coperta in parte dalla neve; un' immagine simbolo di un giorno straordinario per rarità e bellezza:


Qual'è lo Scopo dell'Arte?


L'Arte pesa più dell'Economia
( installazione di Francesco Astiaso Garcia )


Sono troppi gli artisti che smettono di dipingere per difficoltà economiche!! Sono finiti i tempi dei grandi mecenati, oggi è molto difficile poter vendere e guadagnare con l'arte anche quando si è dotati di un vero talento.

Oltretutto sono molte e sostanziose le spese da dover affrontare per poter portare avanti un lavoro artistico professionale; nella maggior parte dei casi per vivere è necessario accettare di fare anche un altro lavoro e questo riduce drasticamente il tempo, le energie e le motivazioni.

Tutti questi fattori determinano una selezione naturale e chi sognava di fare arte per tutta la vita formandosi professionalmente all'Accademia delle Belle Arti, vede le sue aspirazioni e le sue ambizioni troncate sul nascere. Quanti artisti frustati, cinici ed insoddisfatti!

È necessaria una forza d'animo grande e una caparbietà risoluta per non cedere alle pressioni sociali ed economiche che ci spingono ad abbandonare i propri sogni e il proprio talento! Il mondo ha bisogno di sognare e se gli artisti i musicisti e i poeti smettono di farlo, chi potrà continuare ad alimentare i sogni! Se è vero come disse Dostoevskij che la bellezza salverà il mondo, salvare la bellezza è responsabilità di tutti! La vita non può ridursi soltanto a lavorare, mangiare, dormire, pagare il mutuo.

"La grandezza dell'uomo si misura in base a quel che cerca e all'insistenza con cui egli resta alla ricerca", affermava Martin Heidegger, Nelson Mandela disse invece: "Un vincitore è solo un sognatore che non si è arreso".

La produzione artistica è condizionata dal mercato, dalla moda e dalle influenze di tendenza. Questo di per sé non è un male ma spesso lo diventa lì dove le dinamiche di mercato hanno il sopravvento sulla creatività e la produzione originale di un'artista, cioè quando un'artista finisce per dipingere non tanto quello che sente quanto quello che il mercato domanda.

 Il mondo culturale odierno è asfittico, disperatamente fatuo e conformistico. Se non hanno per prima cosa un valore di mercato, le scienze, le idee, le arti non interessano.

Le classifiche dei libri più venduti e non dei libri migliori non fanno che confermare questa mentalità; sempre più spesso gli editori, anche quelli che una volta erano autorevoli e prestigiosi, non si vergognano più di rifiutare libri di valore con l'argomento che le previsioni di vendita sono basse.

Ci si impegna ossessivamente per il premio Strega più per vendere che per amore della letteratura; la verità è che il mercato è il grande tiranno dell'arte.

È molto facile che il mercato con il suo entourage di galleristi, mercanti e collezionisti, tiranneggi la produzione estetica fino al punto di considerare arte solo quello che si vende. Con l'arte Pop negli Stati Uniti d'America si è arrivati ad affermare che "fare arte non consiste nel dipingere un quadro quanto nel venderlo".

Andy Wharol amava ripetere che "non si vende tanto la qualità della carne, quanto il rumore della bistecca sulla piastra". Dovremmo dedurne che più importante dell'arte stessa, è tutta l'operazione di marketing che gli sta intorno.

Come dire: se aspiri alla fama come artista, non perdere tempo in Accademie e scuole di disegno, fatti piuttosto fotografare accanto ad una celebrity e presto sarai abbinato al sostegno dell'élite culturale globale.

Secondo voi, onestamente, quanti, tra gli artisti contemporanei super star che vendono opere milionarie nelle più importanti case d’aste del mondo, supererebbero l’esame d’ammissione di disegno dal vero all’Accademia delle belle Arti?

Di che bellezza possiamo parlare quando si dichiara di voler creare un'opera liberata dalla bellezza, se non del grido della sua assenza!

Dopo che si è cercato di afferrare l'autentica realtà dell'opera d'arte con le regole dell'estetica ed essersi resi conto che questa non si fa definire, allora si demanda alla galleria la dichiarazione di ciò che è arte e di ciò che non lo è. La galleria dovrebbe così avere la straordinaria magia di cambiare le cose in arte. Ma come Duchamp stesso ha fatto vedere, tutto diventa relativo: un orinatoio può stare in un museo e si può usare un Rembrandt come asse da stiro.

Recentemente ho letto un'intervista di Pierluigi Panza, autore del libro "l'opera d'arte nell' epoca della sua riproducibilità finanziaria" in cui afferma che il valore dell'arte contemporanea è disgiunto sia dai criteri di valutazione applicabili ad un'opera di artigianato, sia dai criteri di valutazione estetici che una critica fondata può attribuirgli...Per fare un affare bisognerebbe essere un insider e telefonare a chi muove le leve: Cosa compri il mese prossimo? ...la questione del valore artistico di un'opera non la stiamo nemmeno sfiorando."

È vero che la novità è spesso incompresa; l'artigianato conferma la cultura, l'arte la mette invece in discussione costringendola all'evoluzione. Solo il vero artista è capace di dare alla gente, non quello vuole e conosce, ma piuttosto quello che ancora non sa di volere; il nome "Impressionismo" è nato come vezzeggiativo sprezzante di una pittura non compresa dalla critica e dal mercato ufficiale, per fare l’esempio forse più noto.

D'altra parte però il rischio di un eccessivo zelo nella tutela della creatività personale è quello di separarsi dal mondo e perdere il contatto con il pubblico destinatario delle opere d’arte. L'artista dovrebbe invece rivolgersi a tutti, e a ciascuno offrire consolazione e speranza, deve aprire orizzonti dove sembra che non ce ne siano più, scuotere il mondo anestetizzato da un'indifferenza che non permette più di vedere la sofferenza degli altri.

Abbiamo urgente necessità di un'arte capace di recuperare la missione del servizio, di un'arte che sappia tessere le relazioni tra le persone e sappia recuperare la bellezza come una realtà penetrata dall'amore. L'umanità ferita è alla ricerca della bellezza, alleviarne le ferite vale più di qualsiasi stipendio a fine mese e di ogni certezza economica; Ma se la bellezza manifesta la realizzazione del vero e del bene, allora oggi non si può nascondere la preoccupazione di fronte a ciò che narrano le arti contemporanee.

C'è chi fa giustamente notare che parlare di bellezza dentro un tale ambito è più o meno come parlare di solidarietà e carità all'interno di un mondo individualista, dove ci si preoccupa solo di sé stessi.

L'arte contemporanea annuncia la tragedia del cuore umano quando sgancia la libertà dall'amore che è la sua essenza e verità.

Francesco Astiaso Garcia

 

Lago di Narciso

Qualche anno fa una mia amica mi ha regalato una bellissima gabbia di legno per uccellini.

A casa mi dicevano;...Ma cosa te ne fai di una gabbia per uccellini senza uccellini?
Non avevano tutti i torti, però a me la gabbia piaceva come oggetto in se, era elegante, bella, inutile.

Solo qualche mese dopo ho pensato di poterla utilizzare per farci un' opera d'arte.

Ho fatto tagliare uno specchio in due pezzi circolari che ho applicato insieme così da avere un cerchio specchiante da entrambi i lati; con un sottilissimo e trasparente filo di nailon, ho  legato lo specchio dentro alla gabbia in modo tale che rimanesse sospeso al centro dello spazio.

L' effetto era sorprendente perchè, essendo il filo praticamente invisibile agli occhi, lo specchio appariva come un cerchio luminoso fluttuante; i movimenti dell' aria provocavano inoltre delle leggere oscillazioni del filo che garantivano un effetto ulteriormente magico e soprannaturale.

 Ho installato la gabbia in una una galleria al centro di Roma sospendendola  a sua volta ad altezza uomo nel centro dello spazio.


Entrando nella galleria si sentiva il bisogno di scoprire cosa fosse quell' oggetto luminoso dentro alla gabbia ed avvicinandosi lo spettatore scopriva il proprio riflesso, riconoscendo  la propria immagine prigioniera e solo allora poteva leggere il nome dell' opera inciso dentro alla gabbia: LAGO DI NARCISO.

Dopo la mosta ho utilizzato quest' opera per fare  un cortometraggio amatoriale dentro ai  Fori Romani di notte, siamo entrati "abusivamente" scavalcando con amici il  muro di cinta, è stata una gran bella avventura... ma questa è un' altra storia :-)





Fotografia Futurista

Quando abitavo a Shangaj,
qualche volta la sera dopo aver dipinto tutto il giorno,
andavo con i miei amici a prendere una birra in riva al fiume Huangpu
e ci riposavamo guardando le navi passare.

Dopo il tramonto erano ancora più belle perchè risaltavano le luci scivolando nel blu della notte.
Queste sono alcune foto che ho fatto in quelle occasioni, scatti fotografici futuristi.

NAVI DI LUCE



Il Primo Quadro non si Scorda Mai (i regali che cambiano la vita)

Non scorderò mai quando ho ricevuto come regalo dai miei genitori la mia prima valigetta di colori ad olio, completa di pennelli, trementina e acquaragia.

Avevo circa nove anni e questo regalo mi ha cambiato in qualche modo la vita!

Sin da bambino trascorrevo le ore con pennarelli, matite tempere e pastelli ;
i miei genitori hanno riconosciuto la mia passione e mi hanno incoraggiato.

La tela ed i colori ad olio mi hanno aperto nuovi mondi e nuovi orizzonti.
Il mio primo quadro ad olio l' ho dipinto in Spagna, ad Anguita, il paese dei miei nonni.

Non avevo ancora il cavalletto così appoggiavo la tela nella cassa dei cartoni del latte che comprava mia nonna e per pulire i pennelli utilizzavo i canovacci da cucina di mia madre.
Ho dipinto un paesaggio bucolico, una casetta di campagna ed un campo di grano dorato sotto l' azzurro vivo del cielo contrastato da grandi nuvole bianche.

Una volta terminato, ho regalato il quadro ai miei nonni.
Che illusione è stata per me la loro gioia nel riceverlo!
Mio nonno lo apprezzò tanto da appenderlo nella sala da pranzo senza lasciare passare un giorno,
era ancora fresco, tutta la casa profumava di pittura.

Era l' Estate del 92, il primo quadro non si scorda mai!

Avete mai ricevuto un regalo che vi ha cambiato la vita?

Il mio primo dipinto ad olio



I PRIMI PROGRESSI

L' Aquila 2009

Tutta la mia infanzia e prima giovinezza è stata caratterizzata da continui viaggi per seguire mio padre e mia madre nella loro missione; i miei genitori sono infatti catechisti itineranti inviati da San Giovanni Paolo II per l'annuncio del Vangelo al quale si dedicano anima e corpo da quasi cinquant'anni.

Ogni anno assieme ad i miei fratelli ho cambiato tante città, case scuole e paesi.

L' Aquila è stata una delle città dove ho trascorso diversi mesi della mia vita; conservo bellissimi ricordi delle strade, le piazze, le chiese e le fontane, l'edicola di fronte casa e l'odore della scuola.

Ho provato una profonda tristezza nel 2009 quando il terribile terremoto ha distrutto la città e provocato la morte di tante persone; con alcuni amici ho deciso perciò di andare a visitare quel che restava della città, per vedere con i miei occhi le tragiche conseguenze della scossa.

Camminare per le strade devastate dell'Aquila è stato per me come ritrovare una pagina della mia infanzia, calpestata e ferita.

Perdendomi per le vie del centro storico, ho riconosciuto la strada che facevo ogni mattina con i miei fratelli per andare a scuola...nei miei pensieri, il ricordo delle nostre risate allegre, con lo zaino in spalla, del campanello delle biciclette, delle voci del mercato, si mescolava e confondeva con il tragico silenzio delle macerie.

Mi soffermai davanti ad una casa ormai senza tetto e senza pareti; le pentole sporche erano rimaste nel lavandino della cucina e i biscotti della colazione nella credenza aperta, in bilico, ma ancora sostenuta da un frammento di muro;
vicino al tavolo di quello che suppongo fosse il salone, erano sparpagliati dei giocattoli, un triciclo, una casa delle Barbie, alcune bambole, pantofole e riviste.

Nel pavimento, sotto lo stipite della porta, c'era una vecchia fotografia semi-coperta dalle macerie della casa; quando tra la terra e la polvere, riconobbi l'immagine di due bambini abbracciati, mi misi a piangere.



I miei Fratelli

Questa è una foto della mia famiglia a cui sono particolarmente legato:

in alto con il cappellino bianco c' è Simone, sotto a sinistra c' è mia sorella Myriam, io sono quello con il ciuccio in braccio, accanto c'è Paolo con i capelli a caschetto e Davide, biondo riccio e spettinato come il piccolo principe... mancano Benedetto ed Emanuele che allora non erano ancora nati.

Malinconia, la gioia di sentirsi triste

Corteggiando i Ricordi
Il ritratto ci permette di leggere le caratteristiche estetiche di un viso assieme all'espressione intima dei sentimenti, individuando il sottile confine tra i moti dell' anima e la manifestazione esteriore dell' espressione.

Dietro ad un volto, c' è una storia, c' è un' anima,c' è una persona, come fissarne sulla tela l' essenza spiritulale?

Ho sempre amato il ritratto, sin da quando ero bambino disegnavo le persone che mi erano più vicine cercando di coglierne la somiglianza ed il carattere.

Da adolescente ho dipinto un ritratto di mia madre mettendo in risalto una delle caratteristiche che la contraddistinguono:  la malinconia che lei stessa definisce come la gioia di sentirsi triste.

E' stata una bella sfida lasciar trasparire, attraverso il disegno, la gioia e la tristezza insieme, senza che nessuna prevalesse sull'altra.



Il Creato Annuncia la Gloria di Dio

I cieli narrano la gloria di Dio,
l'opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il messaggio
e la notte alla notte ne trasmette notizia.
Non è linguaggio, non sono parole
di cui non si oda il suono.
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio.
Là pose una tenda per il sole
che esce come sposo dalla stanza nuziale:
esulta come un prode che percorre la via.
Sorge da un estremo del cielo
e la sua orbita raggiunge l'altro estremo:
nulla si sottrae al suo calore.

Le parole del Salmo 18 sono un Inno al creato,
un Inno alla Bellezza  come manifestazione della Gloria e dell’ amore di Dio.

Il Creato annuncia la Buona Notizia,
l’ annuncia in una forma visiva, senza parole, senza che se ne oda la voce!

Il Creato canta la Sapienza del Creatore che ha fatto bene ogni cosa e invita gli uomini a guardare a Lui che tutto vede e tutto comprende.
 
Questo Annuncio, fondamentale per la nostra vita, è sotto gli occhi di tutti!

Non tutti gli uomini però conservano la capacità di vedere il creato e di riconoscervi l’ amore di Dio,
molti sono sordi alla Bellezza, indifferenti, abituati!
Ammirando la natura dobbiamo guardare al di là, alla trascendenza perchè passa la scena di questo mondo e la bellezza nasconde l' anelito di una pace e di una pienezza che non è di questo mondo.

Per questo sono necessari gli artisti che non si limitano a mostrare le cose belle ma insegnano piuttosto a riconoscere la bellezza a ritrovare il senso semplice e profondo delle cose.

Gli artisti ci aiutano a trovare il cielo sulla terra, nell' attesa di "cieli nuovi e terra nuova".

Non scordiamoci mai di passare dalla bellezza alla Bellezza!

“La natura è un insieme di simboli e geroglifici che il poeta interpreta e traduce, egli è il decifratore del linguaggio segreto dell’ universo” (Benjamin)





Queste foto le ho scattate in America Latina nel 2005


Dejavù

Quando la moglie di mio fratello Davide, mi ha mostrato l' ecografia del figlio, sono rimasto impressionato per come il bimbo, non ancora del tutto formato, potesse già ricordare la fisionomia esatta del papà da piccolo.

Ho cercato tra i vecchi album di famiglia le foto dei primi anni di vita di Davide e ne ho trovata una veramente sorprendente per la somiglianza.

Ho stampato l' ecografia su carta lucida e l' ho sovrapposta alla foto di Davide da bambino...

è grande il mistero della vita!!!

1° foto: mio fratello Davide        2° foto: ecografia del figlio di Davide     3° foto: sovrapposizione delle prime 2

Come Nani sulle Spalle dei Giganti

Attraverso la mia pittura, cerco di creare ponti tra i canoni della  bellezza classica e i più liberi interventi ed esperimenti della pittura del nostro tempo, in fondo il contemporaneo è questo: una sintesi di modernità e tradizione.

Diceva Modigliani:” la modernità è un gran mistero, accoppiata a ciò che fu, gravida di ciò che sarà”.

L' artista non si può limitare a dare alla gente quello che la gente vuole, deve offrire invece quello che la gente ancora non sa di volere perchè l' artigianato conferma la cultura, l' arte la mette continuamente in discussione.

Per questo la novità non è immediatamente digeribile ed è necessario accoglierla senza preconcetti, senza pregiudizi, senza termini di paragone.

Ho scelto tra i quadri che ho dipinto ultimamente tre opere rappresentative del mio lavoro:

La prima opera mi è stata chiesta dai Musei Vaticani , si tratta di una reinterpretazione della Madonna della Rota, un dipinto Rinascimentale di Antoniazzo Romano.

La seconda è un quadro astratto che ho dipinto sull' esperienza delle mie sperimentazioni moderne e informali, l' ho intitolato "Passione".

La terza opera è un esempio di sintesi tra la tradizione della classicità con le sue regole e le sue proporzioni e la libertà delle sperimentazioni moderne capaci di ampliare gli orizzonti dell' espressione creativa!

Un' artista che non conosce la Storia dell' Arte è un' artista che non conosce il suo passato, un' artista che non vive il proprio tempo è un' artista anacronista incapace di guardare al futuro e di arricchire la Storia. 

 Qualcuno ha detto che siamo come dei nani sulle spalle dei giganti, i giganti sono la Storia, i grandi del passato con cui necessariamente ci dobbiamo confrontare...e  noi con la nostra modesta altezza riusciamo, forti delle loro spalle, a vedere oltre, ad aggiungere nuovi orizzonti e nuove prospettive alla Storia...come un onda del mare che raggiunge l' onda che la precede e si spinge un pochino più in la.




Hasta la Belleza Siempre

Una sera di tre anni fa, mio fratello Betto mi ha mostrato su internet alcune foto di una cascata veramente spettacolare che si trova nella foresta profonda dell'entroterra Thailandese, nella regione di Umpang.

Sono rimasto talmente colpito dalle immagini di questa maestosa espressione della natura che ho proposto a mio fratello, quasi per scherzo di partire e raggiungerla;
mio fratello mi prese sul serio, così, abbiamo cominciato a pianificare il viaggio per la Thailandia assieme ad altri tre amici, consapevoli dell' avventura a cui andavamo incontro per raggiungere Thilosu Waterfall .

E così, dopo più di undici ore di volo per arrivare a Bangkok e una notte in treno per raggiungere il nord della Thailandia siamo finalmenti arrivati nella regione di Umpang.

Presto ci siamo resi conto di quanto fossero difficili anche i più brevi spostamenti in quel contesto di natura ostica e selvaggia specialmente nel periodo del monsone.


Dopo aver noleggiato un vecchio furgone scoperto per poter raggiungere il villaggio abitato più vicino alla cascata, ci siamo avventurati attraverso le improbabili strade delle montagne Thailandesi avvolte dalla nebbia e interrotte dai continui e violenti temporali.

La presenza costante di curve, e il tremore del furgone per la condizione disastrata delle strade ci ha costretti per oltre otto ore a sostenerci con forza per evitare di cadere fuori dal veicolo.

Siamo arrivati sfiniti dalla fatica, bagnati e sconvolti dal viaggio.
Appena entrati nella palafitta, dove abbiamo trascorso la notte, ci ha accolti un pipistrello grande come un gatto con le ali!

Dopo poche ore di sonno, subito prima dell' alba, ci hanno accompagnati al fiume dove ci aspettava un canotto giallo per il Rafting.
Abbiamo passato circa quattro ore tra le rapide, con il canotto pieno di insetti e sanguisughe. In alcuni tratti la corrente era così forte da farci sobbalzare in aria ; Abbiamo sperimentato il panico quando Betto è finito in acqua e a stento siamo riusciti a recuperarlo.

Una volta lasciato il fiume è iniziato il vero e proprio cammino selvaggio all' interno della foresta e dopo cinque ore di marcia sotto un' incessante pioggia fitta siamo finalmenti arrivati!

Il primo impatto è stato indimenticabile, ho provato una di quelle emozioni che tolgono il fiato seguita immediatamente da una profonda gioia e da un senso di leggerezza e di entusiasmo per la vita!

Tutto questo amplificato dalla pace e dall' isolamento, non c' era nessuno a contemplare quell' indescrivibile spettacolo della natura che in un solo istante ci aveva ripagati di tutta la sofferenza e di tutta la fatica del viaggio che giorni prima avevamo intrapreso verso LA BELLEZZA!