L'Artista |
Chi è l’artista nel nostro immaginario
collettivo?
L’artista è colui che esce dagli
schemi, colui che sa liberarsi da peso della cultura dominante, che sa vivere
in proprio rompendo con tutte le convenzioni, le ipocrisie, le gabbie di
normalità che gravano come macigni su tutte le società.
Quali sono allora, mi chiedo, gli
schemi che oggi dobbiamo rompere, quali le convenzioni e le gabbie di normalità
da cui dobbiamo affrancarci per rimanere liberi come uomini e come artisti?
Scrive Todorov: “I detentori del potere sono capaci di
annientare quelli che vogliono sottomettere, ma non hanno alcuna presa sui
valori estetici, etici, spirituali, provenienti dalle opere prodotte da questi
artisti…Senza queste opere l’umanità non potrebbe sopravvivere, nè allora nè
oggi. E’ qui il trionfo dei fragili eroi del nostro racconto“.
I
valori estetici, etici e spirituali senza i quali l’umanità non potrebbe
sopravvivere: da qui vorrei ripartissimo, dalla
bellezza attraverso la quale il mondo si salva, affermiamo ed amiamo la
bellezza, in essa s’incarna il senso della vita che non perisce, si tratta di
salvare l’umano nell’uomo, di salvare il senso stesso della vita umana contro
il caos e l’assurdo.
Abbiamo bisogno di artigiani di
giustizia e pace, di paladini di bellezza e solidarietà, di poeti e profeti,
capaci di sognare in grande con uno sguardo che sappia leggere nel profondo la
sete degli uomini, e come un fiume sappia fecondare i deserti dei cuori;
L’autentica contemplazione ci porta alla misericordia.
Questa dunque potrebbe essere la
novità dell’artista: rendere partecipe della vita divina l’umanità e, nel
contempo, condividere con essa la profondità del suo limite.
Josef Pieper pone una domanda e
prova a dare una risposta:
“Come può l’uomo preservare il fondamento della sua
dimensione spirituale? Coloro che non sono capaci di vedere la realtà con i
propri occhi, sono allo stesso modo incapaci di ascoltare in una forma
corretta. Cosa possiamo dunque proporre al riguardo? Una visione più
profonda e recettiva, una coscienza più intensa, una comprensione più acuta e
perspicace, un’apertura maggiormente paziente verso le realtà silenziose e
discrete, un nuovo sguardo verso ciò che prima si trascurava…affinché l’uomo
aumenti la sua capacità di vedere, per arrivare a percepire con occhi nuovi
l’abbondante ricchezza di tutta la realtà visibile“.
La
facoltà di vedere dell’uomo di oggi è pericolosamente in declino; Gli
artisti ci aiutano ad entrare nella contemplazione del mistero, a riconoscere
la bellezza, ad ascoltarne la voce fino a scorgere l’impronta di Dio; Scrive
Walter Benjamin: “La
natura è un insieme di simboli e geroglifici che il poeta interpreta e traduce,
egli è il decifratore del linguaggio segreto dell’Universo”.
L’artista è testimone
dell’invisibile filo sottile che unisce ogni cosa, i suoi occhi ci rendono
capaci di vedere la bellezza e la coesione di tutto ciò che vive in questo
mondo…”ogni arte autentica è,
a suo modo, una via d’accesso alla realtà più profonda che la fede mette in
piena luce” (Giovanni Paolo II)
La dignità dell’artista consiste nel
suo dovere di tenere vivo il senso della meraviglia del mondo, perché come dice
Chesterton, il mondo non perirà per mancanza di meraviglie, il mondo perirà per
mancanza di meraviglia, di stupore, di quella capacità di emozionarsi tipica
dei bambini, dei pazzi e qualche volta degli artisti!
Il
mondo difronte alle gravi minacce che incombono sull’avvenire dell’umanità, ha
bisogno di questa bellezza per non sprofondare nella disperazione del dubbio e
del non senso, una sola la condizione: non deve essere la vita a servire l’arte
ma l’arte a servire la vita!