L'augurio più bello per il Nuovo Anno: "UNA VITA NUOVA"

 


Padre Marco Ivan Rupnik, socio onorario Ucai, ci affida un augurio di speranza e bellezza per il nuovo anno: “Siamo chiamati a suscitare voglia e appetito nel mondo per una vita nuova, e la nostra fede non è altro che accoglienza di questa vita nuova. Dobbiamo coinvolgere le persone in un desiderio di vita nuova. Una religione moralistica che si è prosciugata non serve più. Solo se passa attraverso di noi questa vita di Dio, l’uomo è capace di portare il frutto che rimane. Il Padre è l’unico che può coprire la distanza che separa l’uomo perduto, peccatore, morto, dal Dio vivente. L’uomo da solo non può farlo: tale capacità di Dio di raggiungerci è la stessa identità di Dio verso di noi e verso la creazione, cioè la misericordia”.





La cappella del Pontificio Seminario Romano Maggiore dipinta da padre Marko Ivan Rupnik e dai suoi collaboratori del Centro Aletti: la parete di destra, dai colori acidi e freddi, raffigura storie bibliche in cui i protagonisti hanno detto “no” al progetto di Dio; la parete di sinistra, dai colori caldi e luminosi, rappresenta, invece, storie in cui l’uomo ha risposto “sì” alle chiamate del Signore; le immagini della parete centrale dietro all’altare, di colore rosso, che circondano il quadro della Madonna della Fiducia, ci ricordano, infine, quanta fecondità, vita e rinascita possano risplendere quando le nostre storie si uniscono all’Amore di Dio, scelgono di prendere parte alla Sua storia e accolgono la relazione con Lui, così come ci ha insegnato Gesù e come ha fatto Maria.



 

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I ciechi vedono, i sordi odono, gli zoppi camminano!

 Buon Natale amici miei!


Siamo alle porte del Natale e la pandemia da Coronavirus continua ad esasperarci alimentando sfiducia e senso di smarrimento verso un avvenire che si prospetta incerto e scoraggiante. "Siate lieti bambini, sta per nascere il Salvatore!", ci insegnavano quando eravamo piccoli, e noi eravamo pieni di gioia.

Chi di noi aspetta ancora il Salvatore? Riteniamo di dover essere salvati? Ma chi è che salva, da cosa ci salva? Molti ritengono necessaria solo una salvezza che si risolva in un mutamento delle strutture e delle condizioni sociali, politiche e culturali. Ma siamo sicuri che sia sufficiente questo tipo di cambiamento e non sia necessario invece un cambiamento più profondo cha parta dal cuore dell’uomo? Chi potrà coprire la distanza che separa l’uomo perduto dal Dio vivente?

Tale capacità di Dio di raggiungerci è la stessa identità di Dio, Gesù Cristo, Il bambinello che nasce nella mangiatoia ci viene incontro affinché la nostra gioia sia piena! Accogliere questo annuncio significa accogliere la grazia divina e poter amare come non ci era possibile prima e sperimentare la felicità e la pienezza.

La grazia ci libera dalla schiavitù dell’egoismo che ci imprigiona nella paura del futuro, della precarietà e della morte. Questa è la grande speranza a cui siamo chiamati, la sola, unica, grande speranza a cui ogni uomo è chiamato, non solo i cristiani, l’umanità nel suo complesso. 

Lasciamoci sedurre dalla più alta Bellezza, la vera grande bellezza che supera la legge ed il dovere ed entra nella dimensione della gratuità e saremo servitori disposti a sperimentare il primato delle grazie spirituali e carismatiche sulle miserie e sulle paure del nostro tempo.

Allora saremo capaci di far vibrare l’anima dei nostri fratelli con la stessa bellezza che ha incendiato il nostro cuore condividendo con loro un orizzonte bello, nuovo e sorprendente. La fede svela l’uomo a sé stesso ricordandogli le fondamenta della sua grandezza, la verità profonda del suo essere e la prodigiosa novità di Cristo: “portare ai poveri il lieto annuncio, proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, rimettere in libertà gli oppressi “.

Buon Natale amici miei!

Francesco Astiaso Garcia