LA FANTASIA DEI BAMBINI
Recentemente Papa Francesco ha ripreso da Jorge Luis Borges
l’immagine molto suggestiva del labirinto per raccontare la ricerca di una via
di senso e di libertà in un mondo che fatica ad alzarsi dalla pandemia e da
tutte le sue conseguenze economiche e sociali.
Per uscirne, suggerisce Papa Francesco, è necessario
seguire “il filo d’Arianna della creatività che i credenti leggono come opera
dello Spirito che ci chiama fuori da noi stessi”.
Mi è piaciuta tanto questa immagine del filo d’Arianna
della creatività perché chiama in causa gli artisti, i sognatori e i poeti. Dio sa quanto abbiamo bisogno di creatività e fantasia, i bambini e i pazzi ne sono colmi e gli artisti ne
fanno la loro vocazione. Fare arte significa immaginare l’impossibile, sognare
mondi sconosciuti, varcare la soglia del reale e del tempo, entrare nell’oceano
infinito della creatività alla ricerca del sesto continente.
L’arte non è un mestiere per chi sa dipingere o scolpire,
l’arte è un mestiere per sognatori, per coloro che sono abbastanza folli da
pensare di poter cambiare il mondo, e lo cambiano davvero! L’immaginazione è
l’umile ma ostinata pretesa di poter cambiare le cose sognandole migliori.
Sono note le parole dello scrittore irlandese Gorge Bernard
Shaw: C’è chi guarda alle cose come sono e si chiede “Perché?”. Io penso a come
potrebbero essere e mi chiedo “Perché no!”.
L’artista si sa ha tanti difetti, ma una cosa è certa, non
lo sentirete mai dire: Si fa così perché si è sempre fatto così! No questo non
lo dirà mai. Il poeta è in attesa costante dell’imprevedibile, dell’arcobaleno
di notte o di un corvo bianco. La sua capacità di visione può ribaltare completamente
il nostro punto di vista e aprirci prospettive inimmaginabili capaci di
infiammare il mondo e cambiare il corso della storia.
Quanta forza visionaria nelle parole di Steve Jobs: “Questo
messaggio lo dedichiamo ai folli. A tutti coloro che vedono le cose in modo
diverso. Potete citarli. Essere in disaccordo con loro, potete glorificarli o
denigrarli, ma l’unica cosa che non potete fare è ignorarli. Perché riescono a
cambiare le cose. E mentre qualcuno potrebbe definirli pazzi, noi ne vediamo il
genio. Perché solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter
cambiare il mondo, lo cambiano davvero!”.
Ci sono persone che hanno bisogno di un cammino battuto, un
sentiero tracciato che indichi loro passo per passo la strada da seguire e
pensano che solo seguendo punto per punto i manuali preconfezionati otterranno
qualche risultato, come se ci fosse un’unica mappa ad indicare la strada.
Quanta bellezza nei versi di Machado: “Viandante sono le
tue impronte la via e nulla più: Viandante non c’è un cammino, il cammino si fa
camminando”.
Che differenza può esserci tra un pittore e un’artista? La
stessa che c’è tra chi impara a fare la torta di mele e uno Chef. Oggi
necessitiamo più di ieri dell’arte e degli artisti, abbiamo bisogno di visioni
che non si lascino rinchiudere da una logica dominante, dai differenti pensieri
unici che se la prendono con il pensiero unico! Ci avete fatto caso il pensiero
unico dominante è sempre quello degli altri
E allora con le parole di Justine Hurwitz:
“Brindiamo ai ribelli, ai pittori, e ai poeti, brindiamo ai
folli che sognano, pazzi quanto possono sembrare; Brindiamo ai cuori che
soffrono, un po’ di follia è la chiave per darci nuovi colori da vedere e chi
sa dove ci porterà questo? Ecco perché avete bisogno di noi. Quindi brindiamo
ai ribelli, ai pittori, e ai poeti!”
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