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Francesco Astiaso Garcia © |
Che meraviglia vedere queste fiumane di giovani riversarsi per le
strade di Roma come acque vive, impazienti di confluire nell’assemblea oceanica
prevista a Tor Vergata per l’incontro con Papa Leone, in occasione della
prossima Giornata Mondiale della Gioventù, domenica 3 agosto.
C’è chi si sorprende nel vedere tanti ragazzi e
ragazze, provenienti da ogni angolo del pianeta, ancora capaci di lasciarsi
affascinare dalla fede, desiderosi di seguire Cristo con entusiasmo sincero e
con cuori aperti. Eppure non dovrebbe stupirci: i giovani, più di chiunque
altro, rifiutano la mediocrità di una vita comoda, conformista, borghese,
anestetizzata dal narcisismo e dominata dalla corsa all’accumulo.
Nel cuore dei giovani brucia l’ansia di vivere in
profondità, di cercare la verità, di non accontentarsi di una felicità
superficiale. C’è in loro una sete ardente di senso, un desiderio di
autenticità, di bellezza che salvi e apra all’infinito.
Non è un caso che proprio loro siano tornati in prima
linea nel denunciare le ingiustizie del nostro tempo: protestano contro la
corruzione delle élite, contro le logiche disumane del profitto, contro
l’asservimento dell’uomo all’economia e alla tecnica. I giovani lo hanno
capito: troppo spesso la politica ha dimenticato il volto delle persone.
Sono loro a ricordarci che la speranza non è
un’illusione da ingenui, ma una forza concreta che può cambiare la storia. Non
vogliono più restare spettatori: desiderano essere protagonisti di un mondo
nuovo, in cui la dignità dell’uomo sia davvero posta al centro. Sognano
un’umanità riconciliata, capace di camminare verso il futuro senza repressione,
senza menzogna, senza violenza.
In un tempo segnato da un’indifferenza che anestetizza
le coscienze e rende ciechi davanti alle sofferenze degli scartati, il grido
dei giovani è come una tromba che sveglia il cuore. È un’ondata di freschezza,
di luce, di possibilità.
Abbiamo bisogno di loro: artigiani di giustizia e di
pace, paladini della bellezza e della solidarietà, poeti e profeti di un tempo
nuovo. Uomini e donne capaci di sognare in grande, di guardare in profondità e
di accendere nuove luci là dove tutto sembra spento.
Con i giovani che si aprono all’incontro con Cristo, il volto del mondo
può davvero cambiare. In loro vediamo fiorire una speranza nuova, capace di
attraversare le contraddizioni del nostro tempo e di illuminare anche le zone
più oscure dell’esistenza.
Questi giovani, con la loro fede semplice e profonda, ci rivelano che
anche oggi, proprio nel cuore delle vicende umane più tormentate, è possibile
incontrare la bellezza di un amore che salva, perché come scriveva Victor Hugo “ciò
che fa notte dentro, può lasciare in noi le stelle”.
La bellezza di Cristo, se le permettiamo di raggiungerci, ha il potere
di trasformarci radicalmente. Non ci condanna, ma ci rialza. A volte sembra
chiederci il coraggio di cambiare vita, di lasciarci alle spalle ciò che ci
appesantisce per seguirla in spazi nuovi, più liberi, più veri.
È una bellezza che guarisce, libera, restituisce senso. Una bellezza
che ci mette in cammino.
Forse
il destino dell’uomo non è quello di compiere pienamente la giustizia, ma di
averne sempre fame e sete. Eppure, è proprio nel custodire questa sete che si
gioca il senso profondo della nostra vita. La nostra speranza è immortale perché
come scrive Sant’Agostino:
“Nell'universo
Dio ha lasciato le sue vestigia, nell'uomo Egli ha impresso la sua immagine che
lo mette nella possibilità di essere in comunione con Lui, suprema Bellezza”.
Francesco Astiaso Garcia