Sito Ufficiale di Francesco Astiaso Garcia

La sfida forse più complessa per un artista contemporaneo è quella di non restare intrappolato in un’unica tipologia di opera o in uno stile facilmente riconoscibile e ripetibile. Per questo, da anni, la mia ricerca artistica si muove liberamente in campi e tematiche estremamente diversi tra loro, spesso così distanti da sembrare frutto dell’immaginazione di autori differenti.

Il mio intento è sfuggire alla classificazione, alla tentazione della ripetitività, mantenendo sempre viva la fiamma della creatività. Non ci sono dubbi: l'artigianato conferma la cultura, l'arte la mette sempre nuovamente in discussione!

Ciò mi spinge a ricercare consapevolmente una sorta di “incoerenza formale”, che in realtà si fonda su una precisa e profonda coerenza intellettuale. 

Per preservare questo spirito di libertà espressiva, amo strutturare il mio lavoro in cicli: ognuno è un viaggio autonomo, un universo concettuale e visivo a sé stante, che mi permette di esplorare linguaggi, tecniche e poetiche differenti, senza mai rinunciare a quel filo invisibile che lega tutte le mie opere: il desiderio di dare forma alla bellezza, in tutte le sue infinite possibilità.

Siate, in un certo senso, irriconoscibili!

Non lasciatevi ingabbiare da etichette, ruoli o stereotipi che il mondo e il mercato vorrebbero cucirvi addosso. Così, la vostra vita e la vostra arte parlerà senza bisogno di proclami: parlerà di un’umanità diversa, libera, rigenerata.

E in questo “essere altro” sarete pienamente voi stessi!

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Sulle Orme di Cristo, Bellezza Infinita

 


Francesco Astiaso Garcia ©


Che meraviglia vedere queste fiumane di giovani riversarsi per le strade di Roma come acque vive, impazienti di confluire nell’assemblea oceanica prevista a Tor Vergata per l’incontro con Papa Leone, in occasione della prossima Giornata Mondiale della Gioventù, domenica 3 agosto.

C’è chi si sorprende nel vedere tanti ragazzi e ragazze, provenienti da ogni angolo del pianeta, ancora capaci di lasciarsi affascinare dalla fede, desiderosi di seguire Cristo con entusiasmo sincero e con cuori aperti. Eppure non dovrebbe stupirci: i giovani, più di chiunque altro, rifiutano la mediocrità di una vita comoda, conformista, borghese, anestetizzata dal narcisismo e dominata dalla corsa all’accumulo.

Nel cuore dei giovani brucia l’ansia di vivere in profondità, di cercare la verità, di non accontentarsi di una felicità superficiale. C’è in loro una sete ardente di senso, un desiderio di autenticità, di bellezza che salvi e apra all’infinito.

Non è un caso che proprio loro siano tornati in prima linea nel denunciare le ingiustizie del nostro tempo: protestano contro la corruzione delle élite, contro le logiche disumane del profitto, contro l’asservimento dell’uomo all’economia e alla tecnica. I giovani lo hanno capito: troppo spesso la politica ha dimenticato il volto delle persone.

Sono loro a ricordarci che la speranza non è un’illusione da ingenui, ma una forza concreta che può cambiare la storia. Non vogliono più restare spettatori: desiderano essere protagonisti di un mondo nuovo, in cui la dignità dell’uomo sia davvero posta al centro. Sognano un’umanità riconciliata, capace di camminare verso il futuro senza repressione, senza menzogna, senza violenza.

In un tempo segnato da un’indifferenza che anestetizza le coscienze e rende ciechi davanti alle sofferenze degli scartati, il grido dei giovani è come una tromba che sveglia il cuore. È un’ondata di freschezza, di luce, di possibilità.

Abbiamo bisogno di loro: artigiani di giustizia e di pace, paladini della bellezza e della solidarietà, poeti e profeti di un tempo nuovo. Uomini e donne capaci di sognare in grande, di guardare in profondità e di accendere nuove luci là dove tutto sembra spento.

Con i giovani che si aprono all’incontro con Cristo, il volto del mondo può davvero cambiare. In loro vediamo fiorire una speranza nuova, capace di attraversare le contraddizioni del nostro tempo e di illuminare anche le zone più oscure dell’esistenza.

Questi giovani, con la loro fede semplice e profonda, ci rivelano che anche oggi, proprio nel cuore delle vicende umane più tormentate, è possibile incontrare la bellezza di un amore che salva, perché come scriveva Victor Hugo “ciò che fa notte dentro, può lasciare in noi le stelle”.

La bellezza di Cristo, se le permettiamo di raggiungerci, ha il potere di trasformarci radicalmente. Non ci condanna, ma ci rialza. A volte sembra chiederci il coraggio di cambiare vita, di lasciarci alle spalle ciò che ci appesantisce per seguirla in spazi nuovi, più liberi, più veri.

È una bellezza che guarisce, libera, restituisce senso. Una bellezza che ci mette in cammino.

Forse il destino dell’uomo non è quello di compiere pienamente la giustizia, ma di averne sempre fame e sete. Eppure, è proprio nel custodire questa sete che si gioca il senso profondo della nostra vita. La nostra speranza è immortale perché come scrive Sant’Agostino:

“Nell'universo Dio ha lasciato le sue vestigia, nell'uomo Egli ha impresso la sua immagine che lo mette nella possibilità di essere in comunione con Lui, suprema Bellezza”.

Francesco Astiaso Garcia